ROMA – ”Io non c’entro!” scherza l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio con il deputato Giorgio La Malfa (Terzo Polo), che ha appena parlato della banca d’Italia ”fallita di fatto” nel 1933. Al convegno della Luiss ”Sergio Paronetto e il formarsi della costituzione economica italiana” Fazio ha da poco concluso il suo intervento tra gli applausi, in una delle prime uscite pubbliche dalle sue dimissioni, cinque anni fa.
E’ tra vecchie conoscenze ed amici come Piero Barucci, Sabino Cassese, Felice Santonastaso, Vincenzo Cappelletti e Paolo Savona, riuniti per discutere di Paronetto, uno degli ispiratori della parte economica della Costituzione.
L’intervento di Fazio sul Codice di Camaldoli del 1943, che ha posto le linee guida della politica economica della Democrazia cristiana nel dopoguerra, è un’occasione per difendere il suo operato come governatore, ”in linea con i principi di economia solidale della Costituzione”, e togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
A partire da ”quella volta in Parlamento che un deputato di estrema sinistra mi disse ‘Ma lei non crede nel mercato!’, e si è visto poi a cosa ha portato tanta fiducia nei mercati”, racconta Fazio. Ce n’è per tutti: per il governo che vuole modificare l’articolo 41 della Costituzione (”con tutto il denaro sporco che c’è in giro”), ma anche per la Germania, avvantaggiata ”più di ogni altro Paese” della moneta comune, e per i politici e gli economisti, perché ”ci siamo scordati un po’ tutti del diritto al lavoro, che invece era una delle preoccupazioni fondamentali dei costituenti”.
Secondo l’ex governatore si è arrivati qualche anno fa al paradosso di voler ”modificare l’articolo 1 della Costituzione con ‘l’Italia è una repubblica fondata sul mercato”’, una proposta ”caduta nel ridicolo” quando i promotori ”si sono messi a discutere su quale dovesse essere questo mercato”.
Questa situazione ”difficile” per l’economia italiana si può affrontare tornando all”’utopia di una società luogo della collaborazione tra le classi sociali, e alla simphaty di cui parla Adam Smith, che significa il comune sentire dei cittadini”, ha concluso Fazio, sottolineando l’importanza di uno Stato ”forte e presente nell’economia e nella società”.