Crisi: l’Irlanda tratta sugli aiuti ma i giovani sono in fuga e l’Ue pressa

L’Unione Europea preme perchè Dublino accetti gli aiuti, ma intanto i giovani scappano dall’Irlanda: ogni mese 1.250 studenti lasciano l’ex Tigre celtica in ginocchio per la crisi finanziaria. In Irlanda oggi un laureato su cinque cerca lavoro all’estero: chi può se ne va. Secondo le stime della Student Union irlandese nei prossimi cinque anni 150 mila ragazzi partiranno in cerca di fortuna. E’ una emigrazione di massa, come non si vedeva da quasi 30 anni.

Negli anni ’80 l’ultima grossa crisi economica aveva prodotto in Irlanda la cosiddetta ‘generazione Ryanair’ che approfittava dei voli low cost della neonata compagnia di Michael O’Leary per andare in cerca di fortuna oltre il paese dei quadrifogli. Oggi a pensare di partire sono tanti studenti che temono di vedere aumentare le tasse universitarie oltre la portata del portafoglio di famiglia: ”Non dovrebbero esser loro a pagare per gli errori del governo e dei loro amici costruttori che hanno creato la bolla immobiliare”, ha detto al quotidiano britannico Guardian Michael Ward, presidente del sindacato degli studenti di Tallaght, a sud di Dublino.

Partono per l’America, partono per l’Europa, partono per l’Australia. La scorsa settimana P.J. Banville, 24enne campioncino della squadra di calcio gaelico del Wexford, ha annunciato che andrà a giocare con una squadra australiana: ”Se perfino una star come lui non vede un futuro da noi, non ci sorprende che perfino il governo faccia piani per una fuga di massa di decine di migliaia di giovani, 45 mila solo nel prossimo anno”, osserva Fintan O’Toole, autore di ‘Enough is Enough: Come costruire una nuova Repubblica”.

A suo parere un’emigrazione di massa, storicamente l’indice dei fallimenti dell’Irlanda, sarebbe un disastro: ”La perdita dei giovani in passato ha tolto al nostro paese la sua forza il suo dinamismo”. Nianah Buffini, campionessa dell’arte marziale taekwondo, spera di portare l’Irlanda alla conquista di un’oro olimpico ma ancora non sa se il prossimo anno potrà permettersi ancora di andare all’universita’: ”La dimensione della mia classe si è già dimezzata”, ha detto la giovane allieva dell’Institute of Technology. Suo padre è un impresario edile, mestiere che, con lo scoppio della bolla immobiliare, è diventato sinonimo di disoccupato: ”I miei amici sono già partiti”, dice lei: ”Vanno a lavorare nei bar in Spagna e in Australia”.

Se il governo ufficialmente resiste al pressing della Ue, tra gli economisti le previsioni sono fosche: Morgan Kelly, dell’University College di Dublino, è la Cassandra più celebre e più ricercata in questi giorni avendo previsto con esattezza già nel 2007 lo scoppio della bolla immobiliare irlandese. Oggi Kelly vede nella sua sfera di cristallo una crisi dei mutui ‘California Style’ e una rivolta popolare, alimentata da un mix di rabbia e di disperazione che potrebbe trasformare la politica irlandese sulla linea del Tea Party in America dando vita a un nuovo partito di estrema destra anti-Europa e anti-immigrati.


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Alessandro Avico