ROMA – ''Siamo disponibili al confronto con le parti sociali, ma partendo dai dati veri. Dobbiamo evitare di dare la sensazione che non sia stato fatto nulla e che non sappiamo dove andare''. Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, intervistato da Repubblica e Messaggero, si dice pronto a parlare di crisi e di crescita in Parlamento e con le parti sociali, ma difende l'operato del governo in campo economico.
''Di fronte agli attacchi degli speculatori le nostre banche sono solide e i nostri fondamentali, tranne il debito, sono tutti positivi'', afferma Romani, che denuncia il ''conflitto di interessi'' delle societa' di rating.
''Il problema non e' l'Italia ma la zona euro, con la speculazione internazionale e qualcuno negli Usa che sta lavorando perche' la moneta unica si indebolisca. Ma l'Italia non e' debole, e' un grande Paese di Eurolandia''. L'appello delle parti sociali ''e' condivisibile: le condizioni per fare un patto per la crescita ci sono tutte'', dichiara il ministro.
''Il governo non va in ferie così come non ci andra' il Parlamento: faremo un check complessivo della situazione del Paese''. Chi si presentera' di fronte alle Camere, aggiunge, ''lo decideranno il governo e il presidente Berlusconi''.
''Concorderemo con le parti sociali il da farsi, non siamo un Paese allo sbando. Il problema non e' convocare un campus come provocatoriamente ha fatto l'amico Calderoli, ma capire le priorita' e muoverci, altrimenti rischiamo di fare un grande incontro dal quale non viene fuori niente'', prosegue Romani.
''Incontriamoci per definire insieme i passaggi con un atto di responsabilita' che sia collettivo, non solo del governo ma di tutte le parti sociali, e se l'opposizione vorra' convergere con proposte precise sono pronto ad accoglierle''. Tra i temi su cui discutere, conclude Romani, ''la produttivita', un maggiore accesso al credito, la semplificazione per i cittadini e le imprese nei rapporti con la Pubblica amministrazione, gli investimenti e gli incentivi''.