Crisi ihn Irlanda, si teme il default

Aleggia sull’Irlanda lo spettro default: le voci dicono che la difficile situazione delle banche del Paese potrebbe spingere Dublino ad intervenire ancora una volta per sostenerle ed evitarne il collasso.

Oggi i credit default swaps (cds) sui titoli di Stato della vecchia ‘Tigre Celtica’ sono schizzati di 38 punti base toccando il massimo storico di 428,3 punti, secondo i dati di Cma DataVision, mentre lo spread, o differenziale di rendimento, tra i titoli decennali irlandesi e il corrispettivo bund tedesco è salito a 387 punti, segnando il record dall’introduzione dell’euro nel 1999.

Di riflesso anche i titoli portoghesi e spagnoli hanno visto un rialzo dello spread contro il bund. Nel caso della Spagna la forbice si è allargata soprattutto dopo che Fitch ha tagliato il rating sulla regione dell’ Andalusia e della Catalogna per l’aggravarsi della situazione dell’indebitamento.

Ma tra i Paesi periferici di Eurolandia, quella più sotto pressione al momento è l’Irlanda. ”E’ considerata l’anello debole della catena a causa del precario stato di salute del suo settore bancario”, spiegano gli analisti.

A destare preoccupazioni è in particolare Anglo Irish Bank, nazionalizzata a gennaio 2009, e per la quale il governo ha già speso 22,9 miliardi di euro. Un nuovo intervento, afferma l’agenzia di rating Standard e Poor’s, potrebbe far lievitare i costi del salvataggio a 35 miliardi di euro, drenando ulteriore liquidità dalle casse del Tesoro irlandese e forzando ”il governo a chiedere aiuto” alla comunità internazionale.

Ma il Ministro delle Finanze irlandese, Brian Lenihan, e il suo ministero gettano acqua sul fuoco cercando di rassicurare i mercati. Secondo Lenihan ”è impensabile” che l’Irlanda finisca in default a causa della situazione del suo settore bancario, sottolinea che il Paese non ha nessun problema a trovare capitali sui mercati internazionali e che l’aumento dei rendimenti dei titoli di stato ”è normale” alla vigilia di un’asta, in programma il 21 settembre prossimo.

Per il Ministero delle Finanze, inoltre, sono prive di qualsiasi ”fondamento” le indiscrezioni secondo cui Dublino potrebbe chiedere aiuti all’esterno per riparare le proprie finanze.

A dar man forte al governo irlandese interviene anche il Fondo Monetario Internazionale dichiarando, attraverso la portavoce Conny Lotze, che ”le autorità irlandesi hanno adottato tutte le misure necessarie per far fronte alla crisi del settore bancario e che quindi l’Fmi non prevede che l’Irlanda abbia bisogno di un’assistenza finanziaria” dall’esterno. Assistenza, invece, che potrebbe essere estesa alla Grecia oltre i tre anni previsti, ha spiegato il Fondo, secondo quanto riporta il Wall Street Journal.

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Maria Elena Perrero