Crisi, Tremonti: “In due anni non è stato fatto niente, mancano le regole sui derivati”

Giulio Tremonti

“Per due anni” per affrontare la crisi “non è stato fatto niente” e, pur se messe in campo numerose regole, è mancata fino ad ora quella “fondamentale” é cioé una regola sui derivati. Parole del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti che ospite ad un dibattito alla Biblioteca Ambrosiana sull’ enciclica ‘Caritas in Veritate’ torna a battere il tasto sulla mancanza di quella che definisce “la regola delle regolé.

“Non c’é – ha sostenuto – una proposta di contabilizzare i derivati in base al Nav (net asset value ndr) che impedisca l’utilizzo dei contratti dei derivati per anticipare una ricchezza futura che ancora non c’é, e poi la rimetta in circolo”. Il ministro nel suo intervento ha quindi sottolineato che “é sicuramente una regola ridurre le dimensioni delle banché” e “l’uso eccessivo della leva finanziaria”, ma anche “imporre dei limiti sul capitale” così come è “un criterio quello della tassazione” per la creazione di “fondo di garanzia per eventuali collassi”.

Ma tutto questo non basta perché “sono tutte forme necessarie ma non sufficienti” e, tra l’altro ” tutte ex post” cioé studiate una volta che la crisi si è manifestata. Per questo Tremonti è tornato a ribadire la necessità di una regolamentazione sui derivati il cui numero è diventato “un multiplo pressoché illimitato, una massa inimmaginabile”. Ma il ministro ha anche rilevato come contro la crisi “per due anni non è stato fatto niente” ma solo sono “stati attivati strumenti di reazione allo shock. Il tema delle regole – ha affermato – è stato rinviato a sedi tecniche” con “la politica che ha abdicato alla sua funzione nell’attesa salvifica che fosse prodotto un qualcosa dai tecnici”.

Nel ripercorrere gli interventi attuati per correggere le cause della crisi Tremonti ha ricordato che la Casa Bianca ha mandato “al Congresso un testo a cifra altamente politica” e che l’Europa sta “formulando dei testi” in proposito, ma ha anche ribadito come la finanza ha “perso il collegamento che aveva con l’economia reale” diventando “fine a stessa”. Ora la priorità deve essere quella di “rompere il meccanismo della massa della finanza che preme sull’economia reale”. E per farlo bisogna partire da una regolamentazione dei derivati.

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Emiliano Condò