Crisi, l’ira di Barroso contro Francia e Germania: “Non si può mutilare il trattato di Lisbona”

José Manuel Durrao Barroso

BRUXELLES – Le iniziative degli Stati membri per il rafforzamento della governance economica ”devono rispettare i principi fondamentali sui quali si fonda il progetto europeo”: il presidente della Commissione Ue, José Manuel Durrao Barroso, non nasconde la propria profonda irritazione nei confronti di Francia e Germania, che con le loro proposte sono accusate da molti di voler mettere in soffitta il metodo comunitario, creando di fatto un’Europa a due velocità: l’Eurozona da una parte e il resto dei 27 della Ue dall’altra.

Lo sfogo di Barroso arriva nel corso di un intervento in cui il presidente dell’esecutivo europeo fa il bilancio del primo anno del Trattato di Lisbona. ”Bisogna rispettare il principio di uguaglianza di tutti gli Stati membri e quelli della leale cooperazione e della solidarietà”, ammonisce Barroso senza mai citare Parigi e Berlino, ma confermando la sua ”ferma opposizione al tentativo messo in atto da alcuni Paesi di ”approfittare della riforma della governance per ridurre e mutilare” le norme del Trattato di Lisbona e l’insieme dei diritti e degli obblighi giuridici che vincolano gli Stati membri della Ue.

Barroso ricorda la proposta franco-tedesca per rafforzare la competitività dell’Eurozona e parla di ”attacco all’approccio comunitario” a favore di quello intergovernamentale sostenuto dall’asse Merkel-Sarkozy. Tali iniziative – sottolinea – ”possono far avanzare l’Europa solo se non rimettono in discussione l’insieme dei diritti e degli obblighi su cui si fonda l’Unione. Questo è un punto fondamentale e come presidente della Commissione europea è mio dovere insistere su questo”.

”Se queste condizioni saranno rispettate – prosegue Barroso – allora potremo felicitarci della volontà di rafforzare la governance economica europea. Ma, sia chiaro, la creazione di nuovi meccanismi di governance non possono e non devono portare a un’alterazione dell’insieme dei principi della U né alla creazione di meccanismi concorrenti e paralleli a quelli previsti dal Trattato di Lisbona. Dobbiamo preservare l’interesse generale europeo”. Barroso ricorda quindi come si sia fermamente opposto alla creazione del Fondo salva-Stati così com’è oggi, un organismo intergovernamentale i cui ‘azionisti’ sono solo i Paesi dell’Eurozona. ”Attraversiamo un periodo difficile e non possiamo sbagliare”, conclude Barroso: ”Siamo arrivati a un punto in cui non avanzare significherebbe regredire”.

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Maria Elena Perrero