Crisi: Bruxelles dice sì a Merkel e Sarkozy, ok divieto di vendite allo scoperto in casi eccezionali

Sì di Bruxelles al divieto delle vendite allo scoperto ”in casi eccezionali” e alla limitazione dei credit default swap (Cds) di fronte a una seria minaccia per la stabilità finanziaria. E’ quanto prevede la la bozza di regolamento che sarà presentata domani dal commissario Ue ai servizi finanziari, Michel Barnier.

Arriva dunque l’attesa stretta della Commissione Ue sui prodotti finanziari considerati più a rischio, per superare ”l’attuale approccio frammentato” per cui alcuni Stati europei (vedi la Germaia) hanno preso decisioni unilaterali. Decisoni – sottolinea Bruxelles – che rischiano di ”limitare l’efficacia della vigilanza sui derivati, produrre confusione sui mercati e maggiori costi e difficolta’ per gli operatori di mercato”.

”In situazioni eccezionali – si legge nella bozza di regolamento messa apunto dai servizi del commissario Barnier – potrebbe essere necessario per le autorita’ competenti vietare o limitare le attivita’ di short selling che altrimenti comporterebbero rischi anche minimi”. E – prosegue il testo – ”nel caso di sviluppi negativi che costituiscano una seria minaccia per la stabilità finanziaria o la fiducia dei mercati in uno Stato membro o nell’insieme della Ue, le autorità competenti avranno poteri temporanei per richiedere ulteriore trasparenza o imporre restrizioni sulle vendite allo scoperto e i credit default swap. Oppure per limitare l’accesso alle transazioni nel mercato dei derivati” agli operatori considerati a rischio.

Un ruolo molto importante viene attribuito dal regolamento all’Esma, la nuova autorità europea di vigilanza sui mercati che sarà operativa dai primi del 2011 e che – si legge – dovrà assicurare una ”stretta consultazione e cooperazione tra le autorità competenti dei vari Paesi”. Questo sopratutto quando i rischi per la stabilità finanziaria vadano oltre i confini di un singolo Stato membro. L’Esma dovrà inoltre controllare se le misure prese sulle short selling e sui cds siano ”necessarie e proporzionate” alla situazione.

Ad aver dichiarato guerra agli short sell di titoli azionari erano stati, a inizio giugno, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy che avevano appunto chiesto l’intervento dell’Unione Europea. La cancelliera tedesca e il presidente francese avevano inviato una lettera al presidente della Commissione Ue, Manuel Barroso, con la quale hanno chiesto che l’Unione Europea prenda in considerazione il divieto delle cosiddette ‘naked short selling’ (vendite allo scoperto senza il possesso del titolo) e una maggiore regolamentazione e controlli più severi sui credit default swaps, in particolare quelli sui titoli di Stato

“Considerato che la comunità internazionale è unanimemente impegnata a non lasciare alcun mercato, prodotto, attore o territorio fuori dalla regolamentazione e dalla supervisione, il ritorno di una forte volatilità sui mercati rende necessario valutare attentamente alcune tecniche finanziarie e alcuni prodotti, come le naked short selling ed i credit default swaps”, si leggeva nella lettera.

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