Crisi al vertice di Unicredit. I libici: “Il presidente Rampl sapeva”

Alessandro Profumo

Per i libici anche il presidente Dieter Rampl “sapeva” dei movimenti Unicredit e la crisi al vertice sul Ceo Alessandro Profumo non sarebbe dovuta alla loro presenza . “Non è vero che era informato solo Profumo, sapeva tutto anche il presidente Dieter Rampl”, dicono fonti finanziarie di Tripoli citate dal Sole 24 Ore riguardo all’ingresso del capitale di Libyan Investment Authority ad agosto e alla scalata di settembre.

Rampl per il giornale sarebbe stato in contatto con Farhat Omar Bengdara, vicepresidente di Unicredit e governatore della Banca centrale della Libia. Questa precisazione riguardo alla crisi che sta investendo l’amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo.

Secondo quanto sottolinea il giornale, il “casus belli” ha un altro risvolto importante, dato che i soci da tempo critici con Profumo, in particolare le fondazioni, avevano incaricato proprio Rampl di vigilare e fare luce su quello che stava accadendo alla governance.

“Oltre a Rampl, anche un altro consigliere che rappresenta una quota molto importante non lontano dal tetto del 5%, che oggi fa parte degli oppositori, era ben informato degli acquisti”, spiega ancora una fonte del quotidiano.

Gli uomini di Tripoli dunque spiegano: “Non siamo stati noi a determinare questo scombussolamento, la questione-Profumo è da tempo che i soci la stanno ponendo”.

I libici quindi credono che la tempesta Profumo abbia altre origini e che la loro presenza “è sempre stata amichevole e improntata alla logica dell’investimento a lungo termine perché crediamo in Unicredit”.Inoltre da Tripoli ribadiscono totale fiducia nell’amministratore delegato e se oggi si dovesse arrivare al voto lo confermeranno.

LEGA NORD Quanto ai rapporti con la Lega Nord, “con i vertici, quelli veri, siamo in ottimi rapporti”, spiegano ancora al Sole da Tripoli ricordando come nel 2008 l’ingresso della banca centrale libica con il 5% avvenne quando la Fondazione Cariverona non partecipò alla ricapitalizzazione. Per il governatore del Veneto Luca Zaia quella dei libici in Unicredit è una “scalata bella e buona” e per il sindaco di Verona Flavio Tosi, “Chi sbaglia paga”.

Published by
luiss_smorgana