
ROMA – Dalla lira all’euro: quello che è aumentato di più. Quindici anni fa, da quando cioè fu introdotta la circolazione esclusiva dell’euro, un pedaggio autostradale nella tratta Milano-Roma lo pagavamo 26,1 euro: alle rivalutazioni attuali (calcolando cioè il livello di inflazione trascorso) sarebbero 33 euro, al casello però dobbiamo tirar fuori 41,3 euro, un rincaro cioè del 24%.
Se fossimo andati al cinema 15 anni fa, tuttavia, il prezzo del biglietto fissato allora a 7,2 euro sarebbe oggi rivalutato a 9,2 euro attuali ma al botteghino in realtà di euro ne sborsiamo oggi 8,5: significa che stiamo risparmiando quasi l’8%.
Sono diminuite le multe (-2%) e il canone Rai (-23%), ma una tazzina di caffè costa in media il 16,7% in più, un litro di benzina del 17%, il biglietto del treno Roma-Milano di II classe del 50%, un kg di pasta del 27,8%.
Grazie all’elaborazione dei coefficienti elaborati da Istat su base annua, possiamo constatare in dettaglio quali prezzi e servizi al consumo si sono rivalutati più dell’inflazione, quali non sono riusciti a tenere il passo. Per esempio, essendo entrati in territorio deflattivo negli ultimi anni, i pensionati possono capire perché le loro pensioni non si rivalutano (al netto degli stop governativi), così come i contratti di locazione e gli assegni di mantenimento al coniuge.