ROMA – Prima Carlo De Benedetti che dà in sostanza dell’incapace a Marco Tronchetti Provera. Poi quest’ultimo che rispolvera “certi bilanci Olivetti” e il coinvolgimento dell’Ingegnere “nel crac del Banco Ambrosiano”. Più che un botta e risposta a distanza è stato un vero e proprio scontro quello fra De Benedetti e Tronchetti Provera. Ad accendere le polveri di una polemica dai toni roventi è stata un’intervista dell’editore del gruppo l’Espresso a Radio 24 nella quale ripercorre criticamente la storia recente di Telecom e afferma che “se i capitani coraggiosi sono Colaninno e Tronchetti Provera” allora lui preferisce “le partecipazioni statali”. De Benedetti, riferendosi a quelle gestioni del gruppo di telefonia, ha parlato di “strategie industriali zero”, di Colaninno che “utilizzò la cassa dell’Olivetti per iniziare la distruzione della Telecom”, che poi “fu conseguita con grande intensità e incapacità da Tronchetti Provera”.
Immediata la reazione dell’attuale numero uno di Pirelli. “Se l’ingegnere vuole contestare qualcosa sono a disposizione per eventuali rettifiche – ha risposto Tronchetti – Mi confronto sui fatti, anche pronto a farlo pubblicamente se l’ingegnere accetta, non sugli insulti”. La storia “delle persone e delle aziende, anche quella dell’ingegner De Benedetti, si deve raccontare guardando i fatti in modo oggettivo e rispettandoli”. E non basta. “Se anche io raccontassi la storia delle persone attraverso i luoghi comuni e gli slogan – ha rincarato – potrei dire che l’ingegner De Benedetti è stato molto discusso per certi bilanci di Olivetti, per lo scandalo legato alla vendita di apparecchiature alle Poste italiane, che fu allontanato dalla Fiat, coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano, che finì dentro le vicende di Tangentopoli. Invece non lo faccio perché sarebbe sbagliato. Questo paese ha bisogno di altro. Guardate dove ci ha portato la guerra per bande di questi anni”.
Scontro finito? Neanche per sogno. “Tronchetti – ha rintuzzato De Benedetti – anziché esercitarsi in esercizi di dozzinale retorica, che contiene anche falsità, con le sue sconsiderate decisioni ‘imprenditoriali’ ha distrutto miliardi di valore per gli azionisti Pirelli. E’ stato costretto a vendere per pochi soldi ai suoi dirigenti la divisione cavi (Prysmian) che oggi capitalizza oltre i due terzi di Pirelli per poi essere salvato miracolosamente dal fallimento per misterioso intervento delle banche che ancora si leccano le ferite e alzano bandiera bianca vendendo Telecom a Telefonica. Se c’è una persona a cui converrebbe essere dimenticato per la sua avidità e incapacità – ha concluso – è proprio Tronchetti”.
Chiude la sciabolata finale di quest’ultimo: “Evidentemente io e l’ingegner De Benedetti non parliamo la stessa lingua, come è normale possa succedere tra un cittadino italiano e un cittadino svizzero”.