ROMA – Nella discussione all’interno del Governo Renzi su come intervenire per ridurre il debito pubblico monstre italiano (giunto al 140% sul Prodotto interno lordo) si affrontano due scuole. Una, riferibile al sottosegretario all’Economia Angelo Rughetti (spalleggiato dal vice di Renzi Graziano Del Rio), che l’ha apertamente proposta in un’intervista al Messaggero, immagina una cura drastica, intende cioè aggredire subito lo stock del debito pubblico attraverso il conferimento a un fondo patrimoniale il patrimonio mobiliare e immobiliare pubblico, in vista di una vendita cospicua e tramite l’emissione di titoli con la garanzia pubblica del patrimonio stesso.
Vi si oppone, a questa ipotesi, in primo luogo il titolare all’Economia, il ministro Pier Carlo Padoan: primo, perché paventa una svendita vista l’attuale fase economica svantaggiosa, secondo, i titoli entrerebbero in diretta concorrenza con i titoli di Stato, con il rischio di pregiudicarne le performance nelle quotazioni. Per il ministro, non esistono scorciatoie, la via maestra per ridurre il debito essendo il completamento delle riforme.
Questo si otterrà, è la linea, confermando gli impegni, dalla riduzione strutturale del deficit fino alle operazioni di riduzione del debito attraverso le privatizzazioni. Su quest’ultimo fronte l’impegno è per cessioni nell’ordine dello 0,7% di Pil l’anno. Nel 2014 potrebbero essere effettuate operazioni per un importo leggermente inferiore, magari collocando una quota di Eni. Il prossimo anno ci sarebbero maggiori entrate con le vendite (Poste e Ferrovie) per compensare e rispettare gli impegni. (Andrea Bassi, Il Messaggero)