“Il debito dell’Italia non preoccupa”. Fitch “salva” il nostro Paese: “Conti pubblici non a rischio”

Nonostante l’elevato debito pubblico in scadenza nei prossimi mesi, l’Italia non presenta rischi di rifinanziamento più alti dei partner dell’area euro. Rispetto a molti di essi, al contrario, il nostro Paese appare ”relativamente forte”. A dirlo è Douglas Renwick, un direttore di Fitch, durante una conference call dell’agenzia di rating sui conti pubblici europei. L’Italia – spiega l’analista – ”rappresenta un’eccezione” rispetto alla gran parte dei partner perché ha aumentato la quota di debito a breve termine sul totale, limando, al contrario, le esigenze di rifinanziamento a medio e lungo termine.

Che ci sia più debito da rifinanziare nei mesi a venire, con la crisi europea in pieno svolgimento, secondo Fitch non vuol dire tuttavia che l’Italia presenti rischi maggiori rispetto agli altri. ”Non c’è motivo di preoccupazione per l’aumento dello stock di debito a breve termine”, spiega Renwick. L’indebitamento nel complesso è rimasto ”generalmente stabile” e nonostante i livelli di debito e di elevato fabbisogno, l’Italia ”appare relativamente forte rispetto ai suoi pari nell’area euro”.

Inoltre – spiega l’analista – l’elevato debito pubblico dell’Italia e il livello di deficit al momento non hanno un impatto sul rating del Paese. In uno studio sui Paesi dell’area euro, Fitch rileva come l’Italia sia al secondo posto dopo la Francia nella classifica del debito da finanziare nel 2011, con 381 miliardi contro i 386 di Parigi.

”In percentuale del Pil, il finanziamento lordo è più alto in Grecia (25%) e Italia (23%)”, rileva lo ‘special report’ dell’agenzia di rating. Tuttavia nel complesso i governi dell’area euro dovranno emettere meno debito quest’anno rispetto all’annus horribilis 2010, con un calo del 13% a 1.607 miliardi di euro complessivi. Un ”calo considerevole” – spiegano gli analisti di Fitch – reso possibile ”dall’adozione dei tagli di bilancio” varati dai membri dell’euro.

E ”anche se l’effetto sarà controbilanciato da più elevate scadenze di debito a medio e lungo periodo, le esigenze di finanziamento lordo sono ora su un trend calante”. In base ai conti di Fitch l’Italia è ai vertici, dopo la Grecia, della classifica del debito pubblico in percentuale del prodotto interno lordo, con un 120% stimato per il 2011 e un 118,6% per il 2012 contro rispettivamente 153,6% e 157,1% di Atene.

Published by
Alberto Francavilla