ROMA – La pressione fiscale torna a scendere dopo molti anni passando dal 43,1% del 2014 e del 2015 al 42,6% previsto per il 2016. E’ quanto previsto dal governo nel quadro tendenziale dell’aggiornamento del Def che considera sia la disattivazione delle clausole di salvaguardia previste per il prossimo anno, sia il bonus di 80 euro. Il calo prosegue: 42,3% nel 2017, 42,2% nel 2018, 41,9% nel 2019.
La flessibilità concordata con la Ue può assicurare un tesoretto di quasi 18 mld per il 2016. E grazie a questo margine, e alla riduzione della spesa pubblica, il Governo conferma i suoi obiettivi principali: il sostegno alle imprese e alle famiglie attraverso il taglio delle tasse.
Per il 2016 il governo mette nero su bianco “l’eliminazione dell’imposizione fiscale su prima casa, terreni agricoli e macchinari imbullonati” ma anche misure di ”alleviamento della povertà e stimolo all’occupazione, agli investimenti privati, all’innovazione, all’efficienza energetica e alla rivitalizzazione del Sud”.
Il processo di riduzione del carico fiscale continuerà nel 2017 con un taglio dell’imposizione sugli utili d’impresa (Ires), “onde maggiormente allineare l’Italia con gli standard europei”. Nel 2016 sarà inoltre evitata l’entrata in vigore delle clausole di salvaguardia (come quella sull’Iva e sulle accise) che da solo vale 17 miliardi.
”Il governo ritiene che una riduzione ancora più corposa del deficit strutturale nel 2017 sarebbe controproducente e il calo complessivo di 0,7 punti nel biennio 2017-2018 costituisca già uno sforzo straordinario”.
Nella relazione al Parlamento sull’aggiornamento del Def, il governo spiega che nel 2017 si riprende il percorso di convergenza con l’Obiettivo di Medio Periodo (-0,4 punti deficit strutturale) e che ”il pareggio di bilancio in termini strutturali verrebbe pienamente conseguito nel 2018 e mantenuto nel 2019”.
Il tasso di disoccupazione scenderà quest’anno dal 12,7% del 2014 al 12,2%, per calare sotto la soglia del 12% nel 2016, all’11,9%. E’ quanto emerge dal quadro macro programmatico contenuto nelle tabelle del Def. Il tasso scenderà ulteriormente all’11,3% nel 2017, al 10,7% nel 2018 e al 10,2% nel 2019.
Il governo conta di incassare quest’anno quasi 12 miliardi dalla lotta all’evasione: per l’esattezza 11,867 miliardi. Si tratta di un aumento di 150 milioni sugli 11,717 miliardi del 2014 ma anche di una crescita di 2,3 miliardi rispetto alle ultime previsioni contenute nell’assestamento di bilancio.