Dirigenti pubblici, cosa li aspetta: mobilità, stipendi legati ai risultati

Dirigenti pubblici, cosa li aspetta: mobilità, stipendi legati ai risultati

ROMA – Dirigenti pubblici, cosa li aspetta: mobilità, stipendi legati ai risultati. A marzo, massimo aprile, i dirigenti della pubblica amministrazione italiana devono aspettarsi radicali cambiamenti sulla loro carriera lavorativa, più in linea con gli standard applicati al settore privato.

Mobilità del manager pubblico. Più mobilità innanzitutto: secondo le linee guida della riforma del Governo Renzi, sarà introdotta la possibilità di trasferimenti interamministrativi, cioè tra un ufficio e un altro dello Stato, dopo 5 anni permanenza in un’amministrazione. L’esempio di Palazzo Chigi, che sta già effettuando la rotazione dei capi dipartimento in raccordo con tutti i dicasteri, fornirà il modello dell’avvicendamento nei gabinetti e negli uffici legislativi e di staff dei ministeri. Sarà introdotto anche un Albo unico per i dirigenti esterni a chiamata.

La pagella del manager: gli stipendi legati alla produttività. Non è facile stabilire criteri meritocratici per giudicare il lavoro di un dirigente: per questo si pensa a una vera e propria pagella, basata su criteri oggettivi i cui risultati siano trasparenti e pubblicabili. L’obiettivo è l’aumento della produttività e dell’efficienza degli uffici pubblici. Risultati che devono uniformarsi agli obiettivi della spending review, in via di completamento.

Sarà un mix di jobs act e di spending review a modellare la nuova fisionomia del dirigente pubblico italiano. Una micro-riforma che potrebbe prendere il via anche facendo leva sull’operazione in due fasi alla quale il governo sta pensando per dare il via ai primi interventi in chiave lavoro e occupazione. Se non a marzo nell’ambito delle misure collegate al jobs act, gli interventi sulla dirigenza prenderanno forma in ogni caso al più tardi ad aprile. (Marco Rogari, Il Sole 24 Ore)

 

 

Published by
Warsamé Dini Casali