ROMA – Per le ristrutturazioni che comportano modifiche della sagoma degli edifici basterà la Scia (segnalazione certificata di inizio attività) ma arrivano maggiori tutele per i centri storici. Lo prevede un emendamento dei relatori approvato dal Senato al dl Fare. I Comuni dovranno individuare le aree dove la semplificazione non si applicherà. Se entro il 30 giugno 2014 non arriveranno le indicazioni dei Comuni, e ”in mancanza di un intervento sostitutivo” delle Regioni, la parola passerà a un commissario.
La semplificazione per l’edilizia privata era prevista dal testo originale del decreto e alla Camera erano già stati inseriti vincoli per i centri storici. Le commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato avevano poi deciso di eliminare del tutto la semplificazione. Dopo un ampio dibattito in Aula a Palazzo Madama si è infine stabilito di tornare, con alcune integrazioni, al testo della Camera. Per gli interventi che prevedono una modifica della sagoma (non del volume) degli edifici non sarà quindi necessario il permesso di costruire, ma solo la segnalazione certificata di inizio attività, mentre per i centri storici saranno i Comuni a individuare le aree in cui non può essere applicata la sola Scia per interventi di demolizione o ricostruzione che comportino modifiche della sagoma. Se la decisione non sarà presa per tempo dai Comuni, spetterà alla Regione adottare il provvedimento, altrimenti interverrà un commissario ad hoc nominato dal ministro delle Infrastrutture.