
Donne d’Impresa: Ornella Laneri, il turismo in Sicilia fra green e covid, obbligo di rimanere aperti
Donne d’Impresa: la “Signora Oelle”, come la chiamano in ufficio è Ornella Laneri, amministratore delegato del Four Points by Sheraton Catania Hotel e presidente della Fondazione Oelle. La sua mission, nella sua organizzazione, è un’ospitalità plastic free. Dove possibile ha eliminato scrupolosamente scarti e sprechi perché il suo impegno è davvero mirato al risparmio energetico, al riciclo dei rifiuti e l’approvvigionamento a km 0.
È ancora lei che sostiene che “non c’è niente di più innovativo che tornare indietro ai prodotti dell’orto”. Questa la sua filosofia di vita, unita all’amore per l’arte ed una profonda e seria attenzione alla valorizzazione del territorio. La Sicilia, di cui va orgogliosa.
I suoi studi di architettura l’hanno resa particolarmente sensibile alla parte nobile della Sicilia, la terra dell’Etna. Sempre con particolare attenzione e senza perdere di vista l’ecosostenibilità e l’etica.
Così importante nel suo settore di imprenditrice alberghiera. Nata a Catania, madre di due figli, Michele e Carolina, è anche la Presidente della Fondazione Oelle, che sta creando nuove opportunità per giovani artisti. E apre straordinari spazi di arte e cultura a 360° nell’isola. E naturalmente importante volano per il turismo.
Ornella Laneri presidente delle donne di AIDDA Sicilia è anche coordinatrice di AIDDA per il turismo, un Gruppo nato durante la prima chiusura pandemica che comprende più di 80 donne imprenditrici. È presidente inoltre della sezione Turismo ed Eventi di Confindustria Catania.
In Sicilia la gestione della pandemia ha suscitato non pochi problemi. Come ha potuto affrontare, nel suo lavoro e anche nei suoi programmi di arte e di cultura questo evento inaspettato?
Quando ai primi di marzo l’hotel si svuotava e arrivavano cancellazioni continue non ho avuto un attimo di dubbio. Rimanere aperti è stata per me l’unica scelta possibile. Sia per dare al mio staff -confuso e spaventato – la certezza che sarebbero rientrati al lavoro. Sia perché sentivo l’urgenza di essere “l’ultimo baluardo di accoglienza” in un momento in cui persino le chiese, luoghi preposti a dare ricovero, erano costrette a chiudere.
Accoglienza per quei pochissimi viaggiatori che non potevano fare a meno di attraversare un’Italia “al buio”. Per portare in questo meraviglioso, ma pur sempre profondo, Sud mascherine, guanti, igienizzanti e, molto spesso, respiratori.
Ho così potuto preparare il mio staff ad un’accoglienza nuova, che richiede ancora oggi una grande capacità di ascolto e comprensione. Di dubbi e preoccupazioni degli ospiti. Dando sicurezza con un nuovo sorriso che va oltre la mascherina, quello del loro sguardo.
In parallelo, la Fondazione Oelle Mediterraneo Antico, di cui sono Presidente, ha iniziato in pieno lock-down a convogliare tutte le emozioni di quel momento in una piattaforma che è poi diventata l’unica offerta culturale 2020 a Catania, Sine Die. Un lavoro di selezione di fotografie e scritti brevi che ha dato vita ad una sorta di archivio della memoria di un’epoca che ha cambiato il mondo in pochi mesi.
Da presidente di AIDDA Sicilia, puo confermare se è vero che le donne imprenditrici, anche grazie alla solidale rete di AIDDA, hanno potuto oggettivamente dimostrare la loro forza e resilienza contro il Covid 19?
E’ vero e ne sono molto orgogliosa: noi donne del turismo AIDDA ci siamo unite in un network nel network, AIDDA for Tourism, che ho il privilegio di coordinare. 80 imprenditrici dell’industria del turismo hanno avuto il coraggio di avere paura insieme convogliando le preoccupazioni in progettualità, con una visione comune. Contribuire a costruire una nuova accoglienza. Abbiamo creato gruppi di lavoro, incontri digitali con rappresentanti di istituzioni e associazioni di categoria. Ed è solo l’inizio!
Lei sempre parlato di ospitalità sostenibile prima che il “green” fosse così di moda. Quali sono le innovazioni che ha potuto offrire oggi con il suo Hotel Four Points by Sheraton?
Negli ultimi cinque anni ho assunto un importante impegno: rimettere in discussione pratiche quotidiane e processi in tutte le aree organizzative della mia azienda. In modo tale che la sostenibilità, un concetto che reputo più ampio del semplice “green”, diventi il principio ispiratore di ogni azione. Coinvolgendo in questo percorso staff, ospiti, fornitori e partner.
L’obiettivo è quello di offrire uno stile di ospitalità autentica, focalizzata sul viaggiatore qualsiasi sia la sua idea di viaggio. E guidata da valori di rispetto dell’ambiente e di valorizzazione di arte, cultura e territorio. Tra le iniziative più importanti implementate negli ultimi anni.
Nel 2017 la realizzazione di un horto sinergico e biologico con prodotti “a passo zero”. Nel 2019 l’eliminazione di plastica monouso. L’installazione di stazioni di ricarica per veicoli elettrici e e-bike a noleggio per incentivare la mobilità sostenibile. La predilezione di prodotti della filiera italiana. Quest’estate abbiamo realizzato lo Chef’s Table nell’horto, dove gli ospiti hanno l’opportunità di cenare circondati da alberi di agrumi e ortaggi con un menu degustazione ispirato. Tra gli importanti obiettivi raggiunti nel 2021, il 50% di staff femminile e il 50% di maschile, che manifesta lo sforzo dell’azienda verso l’empowerment delle donne.
La fondazione Oelle Mediterraneo Antico di cui è presidente, quale mission si è posta per fare scudo a quest’epidemia dilagante?
Sono fermamente convinta che il ruolo di chi opera nel mondo dell’arte, che sia artista o mecenate, sia quello di registrare – alle volte anticipare – il cambiamento contribuendo a storicizzarlo con opere e azioni. In questa visione la squadra OELLE ha dato vita, nel 2021, alla piattaforma OELLE Education: un percorso di formazione per artisti e appassionati che, attraverso workshop e seminari, identifichino il proprio linguaggio per diventare protagonisti consapevoli del mondo dell’arte nazionale e internazionale.
La Sicilia post pandemia: com’è e come sarà non solo per le donne?
In una regione che basa gran parte della propria economia su turismo e agricoltura la pandemia ha aperto una ferita profonda che non potrà essere colmata con un paio di stagioni favorevoli. Avremo bisogno di rivedere il nostro modo di fare accoglienza, puntare su nuove stagionalità, su un turismo più lento che riduca il rischio di un over-tourism che già in anni pre-pandemia minacciava l’intera nazione. Le istituzioni dovranno imparare ad ascoltare e a programmare oltre la durata delle proprie poltrone, accompagnandoci verso una ripresa consapevole. Noi imprenditori, dal nostro canto, dovremo rivedere le nostre priorità, ricordando che non abbiamo ereditato le nostre terre, ma le abbiamo prese in prestito dai nostri figli e a loro dovremo restituirle migliori di come le abbiamo ricevute.
