Donne d’Impresa: Regina Schrecker, una vita per la moda di una top model che fa impresa da sempre.
Nata in Germania. La mamma grafica, diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Berlino, la nonna insegnante di pianoforte per noia, uno zio importante scultore cecoslovacco. Il nonno invece, generale prussiano in pensione, che le ha trasmesso l’amore per la letteratura e per i grandi classici.
Il padre ci teneva che studiasse in Europa, come si usava nelle migliori famiglie. È così che Regina ha fatto il liceo, in Inghilterra, Svizzera francese, Francia del Sud per arrivare poi a Milano all’Università Cattolica.
Già top model a livello internazionale e “Lady Universo”. Andy Wharol le ha dedicato un paio di ritratti, pare siano i più belli della sua collezione.
Ci sarebbe da scrivere un romanzo sulla sua vita di “ragazza con la valigia”, Regina Schrecker è una figura poliedrica
Cresciuta in una famiglia di artisti la sua passione per la moda nasce da quella ragazza che è diventata poi la stilista di oggi. Tre figli, un matrimonio naufragato come tanti. Regina Schrecker ha però, con grande coraggio e impegno, sempre seguito e cresciuto i suoi ragazzi, pur non rinunciando ad essere un’icona della moda in Italia e nel mondo.
Si sente “italiana”, anche se potremmo meglio definirla “cittadina del mondo”. Già socia in AIDDA e poi anche premiata dall’Associazione Donne Imprenditrici e Dirigenti d’Azienda, insieme a tanti altri riconoscimenti, ha fondato la “Firenze- Giappone”, (Associazione nata nel 1991 a Kyoto, dove Regina Schrecker ha presentato Firenze in una conferenza sulle città storiche del mondo).
“Il mondo della moda – dice Regina Schrecker – corre veloce. Bisogna tenere la testa sulle spalle e sapere quello che si vuole dalla vita che ogni giorno cerco d’inventare impegnandomi in qualcosa di nuovo”. È stato famoso il suo profumo, realizzato con spezie misteriose, il suo animale preferito è la tigre perché bella, elegante e pericolosa.
E sono famosi i suoi abiti da sposa. È sempre stata molto impegnata nel sociale ed è diventata famosa anche la linea dei suoi foulard, che ha donato ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari impegnati eroicamente sul fronte della pandemia da Covid negli ospedali.
Si è dedicata ai costumi delle donne di Dante nella Divina Commedia, nel progetto pittorico di Corrado Veneziano “ISBN Dante e altre Visoni” che si è svolto a Firenze nell’ambito delle celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante.
I suoi costumi sono un’interpretazione elegante e più attuale dell’opera del Divino Poeta. “Ho scelto di ispirarmi a Francesca, Pia de’ Tolomei e Beatrice – spiega Regina Schrecker– perché sono tre figure simbolo della Divina Commedia, della loro epoca ma anche assolutamente attuali. Beatrice, “l’amor che move il sole e le altre stelle”, (Paradiso), è la donna spirituale, quasi irraggiungibile ed eterea. Pia de’ Tolomei, invece, ci ricorda drammaticamente i femminicidi di oggi e come lei anche Francesca da Rimini.
I colori scelti per i loro costumi sono esoterici: rosa pallido per Beatrice, rosso della passione e verde per Francesca da Rimini, e giallo e marrone per Pia de’ Tolomei, sposata per ragioni dinastiche e poi uccisa dal marito gelosissimo e feroce. L’impegno sociale – dice ancora Regina – è per me fondamentale. Spesso la moda viene considerata solo frivola e capricciosa, invece, secondo me è una vera forma d’arte che rispecchia i tempi che viviamo anche con crudele verità. Dovremmo tutti dedicare parte delle nostre energie per scopi sociali: non si può vivere ai margini di una realtà sempre più scomoda ignorandola.
Per questo – ricorda – ho iniziato a collaborare con il prof. Umberto Veronesi già dal 1984 in un programma televisivo che si chiamava “Una rosa per la vita”, poi ho continuato con la “Serata d’Onore” per l’UNICEF, della quale sono diventata testimonial. E non stiamo qui ad elencare tutte le iniziative umanitarie di cui regina è stata promotrice:
Le chiediamo: Cosa pensa della “parità di genere”?,
Mio malgrado devo riconoscere che ancora oggi, la famosa “parità di genere” serve per il cammino professionale femminile … Ne sono convinta, ma non ne sono per niente felice perché secondo me l’uomo e la donna sono comunque “pari”. E dovrebbero imparare a convivere e condividere i problemi non solo familiari, ma anche di lavoro!
Purtroppo non è così, e allora ci portiamo dietro la “quota rosa”, voluta anni fa dall’on. Lella Golfo della Fondazione Bellisario. E speriamo che con il tempo le condizioni del lavoro femminile verranno riconosciute a parità di quello maschile …
Le sue previsioni per il mondo della moda del futuro.
La moda sta passando un momento molto difficile: dopo due anni di altalena tra lock down e aperture parziali, non ci voleva davvero il conflitto tra Russia e Ucraina.
Già prima, figuriamoci adesso, cominciavano a scarseggiare le materie prime (particolarmente per i veloci cambiamenti ambientali). Adesso la situazione si è aggravata, e non solo per la moda …
Con il lock-down abbiamo imparato che si vive anche con poche, comode cose, in più la Generazione Z, i nuovi compratori e consumatori del Fashion, sono molto attenti allo spreco energetico, amano il ri-uso di abbigliamento vintage con il profumo delle grandi case di moda, ma rivisto in chiave moderna, proibiscono l’uso di pelli o pellicce perché fa molto male alla nostra Terra, spendono meno e comprano poco e sembrano molto saggi …
Detto tutto questo, non credo che la moda come la conosciamo noi, cioè bella, fatta bene, piena di glamour, sparisca – sarà rivisitata in funzione alla nostra vita futura!
Tra le sue esperienze anche quella della politica.
Guardo a quel periodo con un sorriso e con l’affetto che si può provare per una “pazzia” come quella: si trattava delle Europee, io ero convinta, da europeista nata, che noi Italiani eravamo rappresentati non in modo adeguato e, su richieste anche insistenti da parte dei giovani del partito, mi sono candidata … posso dire che è stata un’esperienza molto bella, impegnativa, che mi ha insegnato tantissimo sul piano umano!
Ho lasciato poi la politica a chi se ne intendeva ….
Sua figlia è sposata e ha scelto di essere prima di tutto mamma: cosa consiglierebbe invece ad una giovane che vuole impegnarsi nel mondo degli stilisti e della moda?
Mia figlia sembrava proiettata verso il business, le piaceva andare alle fiere all’estero, di conquistarsi un ruolo di una certa importanza nell’ambito del management delle Terme. Poi ha trovato l’amore, ha scelto di dedicarsi alla sua famiglia e lo fa molto, molto bene, è una mammina modello! E comunque non lascia a parte il suo modo estroso e fantasioso di fare cose divertenti per i suoi bimbi e per le mamma sue amiche.
Mentre alle ragazze giovani che vengono a chiedermi come fare per sfondare nella moda, oggi … posso dire solo che è un mestiere duro, difficile, senza orari, in continuo cambiamento, e non tutte riescono a vedere e a vivere la parte più affascinante di questo lavoro: il modello finale portato non solo da influencer o attrici, ma dalla gente comune, come diceva già Coco Chanel. Bisogna lavorare, imparare, saper fare tante cose, e all’occasione, saper “rubare” dei segreti che nessuno ti vorrebbe confidare …
Cosa si aspetta, ancora, dalla vita?
Mi aspetto tante nuove occasioni: me le cerco pazientemente, le elaboro, le porto avanti anche coinvolgendo molti ragazzi giovani che lavorano fianco a fianco … poi prendono il volo ed è giusto che sia così! Certo è che ho fatto tanto, ma non posso proprio fermarmi … Film? Fatto. Teatro? Fatto, Opera? Fatto … grandi manifestazioni? Fatto …
Ora è da scoprire il mondo degli avatar, dei NFT, dell’AI …. Ce n’è da fare, mi creda!!!