Donne d’impresa, Tiziana Lazzari. Chi non la conosce deve conoscerla. A Genova Tiziana Lazzari è nota e gode di una fama di affidabilità e umanità non comune. Come donna, infatti, riesce ad unire agli studi e l’esperienza maturati nel suo settore, una visione umanistica e psicologica della natura e dell’uomo.
Da sempre invitata e coinvolta negli incontri internazionali di sanità e medicina rigenerativa è infatti relatrice a convegni in Italia e all’Estero.
Svolge attività didattica in medicina estetica tenendo corsi sul territorio nazionale.
Già titolare e direttore sanitario del Centro Medico Lazzari (C.M.L.), ambulatorio di dermatologia e medicina estetica con annesso ambulatorio chirurgico. Svolge libera professione in dermatologia clinica, chirurgica e cosmetica e chirurgia estetica a Genova.
Presso il Network Casa della Salute, di cui è anche Direttore Sanitario del Complesso Chirurgico. Da oltre vent’anni si occupa di tecniche laser. E la sua esperienza si è estesa anche alle tecniche di radiofrequenza mono e bipolari e alla medicina rigenerativa.
Nel 2011 le viene assegnato il Premio ARMR (fondazione ONLUS Aiuti per la Ricerca sulle Malattie Rare) per i meriti e l’impegno nel campo della ricerca tecnologica al servizio della chirurgia dermatologica specificatamente rivolta al trattamento delle cicatrici traumatiche e/o chirurgiche con tecniche laser e di radiofrequenza.
È socio fondatore del GIST (Gruppo Italiano di Studio sulle Tecnologie).
È Presidente di AIDDA (Associazione Italiana Donne Dirigenti d’Azienda) Delegazione Liguria, di cui è anche Coordinatrice Nazionale del Tavolo Sanità.
Riflessioni di Tiziana Lazzari in questo periodo di pandemia
“ Vorrei partire dalla definizione di salute fornita dall’OMS, cioè uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia.
“La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. La prima considerazione è che, da un punto di vista storico, il concetto espresso dall’OMS non è un punto d’arrivo ma di transizione.
“Nel ‘600 il meccanicismo deterministico aveva stabilito un paradigma secondo cui tutto, corpo e natura, era paragonabile a una macchina. Il cui funzionamento rispondeva esclusivamente alle leggi della fisica. Oggi concepire l’uomo come una semplice macchina può apparire per lo meno semplicistico.
Donne d’impresa, covid e tecnologia
“Quella stessa concezione che oggi risulta essere ampiamente superata e inadeguata aveva, però consentito di dare impulso a un’epoca di enormi scoperte scientifiche. Se il corpo non rifletteva più una sacralità intrinseca ma era una macchina, un semplice oggetto, allora come tale poteva essere studiato.
“E così questo semplice cambiamento di paradigma inaugurò, una stagione di progressi senza precedenti nei campi dell’anatomia e della fisiologia.
“Nello stesso periodo andò delineandosi quella che divenne una caratteristica fondamentale del pensiero occidentale. Vale a dire la distinzione molto netta tra i diversi campi del sapere, le scienze moderne. Dove ciascuna rispondeva a un proprio metodo e a un proprio oggetto. La medicina si trovò quindi svincolata da tutte le ingerenze e gli interessi di potere: si sarebbe occupata del corpo e del corpo soltanto.
Donne d’impresa: il concetto di salute
“La premessa naturalmente non fu priva di implicazioni. Oggi in qualità di medico posso dire che il concetto di salute è diventato multidimensionale. E che i limiti di quel paradigma, successivamente abbandonato in favore di un’integrazione di dimensioni sociali, psicologiche, igieniche etc. come ricordato dalle definizioni dell’OMS è più che mai, in tempi di Covid, superato.
“Come imprenditrice, posso dire che un’altra scienza che ha subito un destino simile è quella economica. Per lungo tempo si è ritenuto che l’obiettivo di questa scienza fosse la massimizzazione del profitto e l’aumento del capitale.
“Ecco dunque il cuore della riflessione. La causa sono le traiettorie storiche che hanno subito e che stanno continuando a percorrere le scienze particolari. Quello cui stiamo assistendo è la fine di una grande illusione.
L’illusione cui abbiamo creduto troppo a lungo consisteva nel vedere l’economia, la medicina e l’ambiente come domini del sapere. Che potevano camminare sulle proprie gambe, indipendenti.
“Ma il costo di questa illusione è stato altissimo. I dati indicano che solo in Europa i cambiamenti climatici hanno causato danni diretti dal 1980 al 2011 per 90 miliardi di euro.
“Se oggi siamo chiamati a scegliere tra salute ed economia è perché si è creduto che l’economia potesse agire indipendentemente dalla salute e dall’ambiente.
“Questo per arrivare alla conclusione della mia riflessione, per la quale chiamo in causa un altro termine, oggi molto utilizzato, e cioè la “Sostenibilità”. Approdare verso un’economia sostenibile vuol dire, a mio parere, mettere in luce, finalmente, la natura intimamente dipendente, invece, di economia, ambiente e salute.
Donne, salute e pandemia
“Questa pandemia ha impresso un’accelerazione verso lo sviluppo di nuovi modelli economici più sostenibili e le più recenti definizioni che riguardano un futuro sostenibile integrano le dimensioni economiche e sociali rispetto alla salute.
“La sostenibilità vista in questo contesto è il venir meno dell’illusione per cui tra salute ed economia ci fossero mai state le precondizioni per una scelta vera e propria. Se gli interessi dell’una debbano prevalere su quelli dell’altra, la questione si risolve superando la dicotomia. Che ha caratterizzato il percorso delle scienze dal ‘600 in avanti.
“La natura interdipendente dell’una rispetto all’altra ci dice invece che gli interessi dell’una sono, in realtà esattamente quelli dell’altra”.