MILANO – Dossier illegali: Telecom Italia dichiara guerra al suo ex presidente, Marco Tronchetti Provera. La società guidata da Franco Bernabè, infatti, ha chiesto di potersi costituire parte civile – per chiedere un risarcimento – nel processo che vede il numero uno di Pirelli imputato per ricettazione in relazione al cosiddetto “affaire Kroll”, uno dei filoni di indagine della ormai annosa vicenda di spionaggio industriale. Tutto ruota intorno alla questione: chi spiava, lo faceva per conto di chi?
I fatti di cui è accusato Tronchetti Provera, stando alla richiesta di costituzione di Telecom Italia, avrebbero causato, infatti, “un danno morale ed evidenti e significativi danni d’immagine e alla reputazione commerciale” della società, oltre che danni patrimoniali. La risposta alla mossa di Tlc non si è fatta attendere: in un comunicato il presidente di Pirelli ha annunciato di aver dato mandato ai suoi legali “di valutare ogni azione a tutela della mia immagine e onorabilità anche nei confronti di Telecom Italia”, spiegando che la società ha ignorato “consapevolmente l’esito del processo appena celebrato dalla Corte d’Assise di Milano“.
Processo che si è concluso nei giorni scorsi con le condanne, tra gli altri, degli ex investigatori privati Marco Bernardini e Emanuele Cipriani e che, secondo Tronchetti, ha evidenziato ”la mia totale estraneità alle attività di dossieraggio illegale”. Il processo in corso a carico di Tronchetti (davanti al giudice della settima sezione penale di Milano, Anna Calabi) vede al centro, invece, un cd con una serie di dati raccolti dall’agenzia di investigazione Kroll e poi intercettati illegalmente dal Tiger Team nel 2004, ai tempi della guerra, finita anche nelle aule di giustizia, tra la società di telecomunicazioni italiana e alcuni fondi di investimento brasiliani per il controllo di Brasil Telecom.
L’allora presidente di Telecom, stando all’imputazione formulata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, “al fine di trarne profitto” avrebbe “consapevolmente ricevuto” i file e i dati “della cui natura era stato messo specificamente a conoscenza” dall’ex capo della security di Telecom e Pirelli, Giuliano Tavaroli. Tra Tronchetti e Tavaroli, secondo il pm, ci sarebbe stato uno “specifico accordo” e il “cd” sarebbe stato poi spedito “alla segreteria dello stesso Tronchetti in forma anonima”.
Nella richiesta di costituzione di parte civile Telecom, con l’avvocato Luca Santa Maria, rileva come in relazione alla vicenda Kroll-dossier illegali la stessa società “e non il suo ex presidente” è diventata “bersaglio” di alcune “iniziative giudiziarie” e “dunque è proprio la Società a doverne sopportare già da tempo gli ingenti costi, per il momento anche solo in termini di spese legali e di impiego di risorse interne”. Da qui la volontà di entrare nel processo per chiedere i danni a Tronchetti, perché i fatti imputati all’ex presidente hanno “cagionato danni patrimoniali alla Società, e sono suscettibili di cagionarne altri nel prossimo futuro”.
I legali del gruppo, inoltre, contestano “l’eventuale eccezione che i fatti” al centro del procedimento “sarebbero stati al più commessi nell’interesse” di Tlc, “e cioè per tutelarla dallo spionaggio della stessa Kroll, e non già a suo danno”. Opposta la tesi di Tronchetti: nella vicenda Kroll, infatti, “il mio ruolo – ha spiegato il numero uno di Pirelli – è stato ispirato alla tutela dell’azienda di cui allora ero alla guida. E’ importante ricordare ancora una volta – ha aggiunto – che il materiale pervenuto nella sede della Società, oggetto del contestato reato e comprovante lo spionaggio eseguito dall’agenzia Kroll ai danni di Telecom Italia, fu immediatamente inviato all’Autorità giudiziaria brasiliana e, successivamente, a quella italiana”.
E’ palese, ha concluso Tronchetti, “che tale comportamento fu certamente non in danno di Telecom Italia, ma volto a tutelare l’azienda”. Il prossimo 18 marzo, il giudice dovrebbe decidere sulla richiesta di costituzione di Telecom, ma anche della Asati (associazione azionisti Telecom Italia), di Carla Cico, ex ad di Brasil Telecom, del finanziere Daniel Dantas e di un piccolo azionista..
