Draghi: “Pronti ad agire”. Ma ai mercati non basta più

Mario Draghi (lapresse)

ROMA – Il “pronti ad agire” non basta più ai mercati. Il presidente della Bce, Mario Draghi, lo ha detto in conferenza stampa a Francoforte: “L’inflazione potrebbe scendere ulteriormente a causa dei prezzi petroliferi” e se così fosse, la Bce è pronta ad agire, “non tollereremo deviazioni prolungate dalla stabilità dei prezzi”. Ma è la terza, se non la quarta volta. che la Banca centrale europea conferma lo status quo, lasciando i tassi al minimo storico dello 0.005% e Draghi accompagna un ennesimo, generico, “pronti ad agire”, con previsioni al ribasso sia sull’inflazione che sul pil dell’area euro.

Mentre il presidente della Bce parla, l’euro vola sopra quota 1,24 dollari spingendosi fino a un massimo di 1,2415. Risale lo spread tra il Btp italiano e il Bund tedesco sopra i 130 punti base (131) col tasso al 2,04%. E le borse europee accelerano al ribasso: i listini perdono oltre lo 0.5% mentre Milano arrestra di oltre il 2% (Ftse Mib -2,4%) con le banche che perdono più di tutte. Sospese al ribasso Mps e Bper.

Le misure prese dalla Bce con il credit easing, fra giugno e settembre, stanno dando risultati che vanno valutati, ma “erano calibrate su prospettive di inflazione e crescita più favorevoli di quelle attuali”.

“Non abbiamo bisogno dell’unanimità” per decidere un eventuale quantitative easing, o acquisto massiccio di titoli”, ha detto Draghi aggiungendo che una discesa dell’inflazione troppo prolungata che si trasmettesse alle aspettative sui prezzi non sarà tollerata dalla Bce perchè “sarebbe l’equivalente di un aumento non voluto dei tassi d’interesse reali”.

La Banca centrale europea ha lasciato il tasso principale di rifinanziamento al minimo storico dello 0,05%. Il tasso sui prestiti marginali e quello sui depositi bancari restano, rispettivamente, a 0,30% e -0,20%. Eurotower ha inoltre tagliato le stime sull’inflazione in Eurozona, da 0,6 a 0,5%, di fronte a un profilo di crescita più debole con un aumento del Pil a 0,8% nel 2014 (dallo 0,9%), all’1% nel 2015 (da 1,6%) e dell’1,5%

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Daniela Lauria