È saltato al vertice Ecofin in corso in Lussemburgo l’accordo sui paradisi fiscali tra Europa e Liechtenstein. Una fumata nera che brucia perchè l’accordo doveva essere, secondo i promotori, un modello da utilizzare in seguito anche con gli altri Paesi interessati, Svizzera e San Marino su tutti.
A far sfumare l’intesa la ferma opposizione di Austria e Lussemburgo. Il fisco, a livello Ue, richiede l’unanimità e quindi, almeno fino al prossimo vertice Ecofin previsto per dicembre, nessun accordo.
Secondo il lussemburghese Luc Fieden, pur condividendo la necessità della lotta all’evasione fiscale, «l’accordo con il Liechtenstein e con gli altri paesi che seguiranno rischia di creare un’inaccettabile differenziazione tra il sistema europeo e quello accordato ai paesi terzi».
L’accordo bocciato, infatti, imponeva ai paradisi fiscali, fino al 2014, di concedere le informazioni bancarie agli altri stati solo su richiesta, caso per caso. Dopo il 2014, invece, lo scambio di informazioni diventa automatico. Si tratta di una sorta di abolizione post datata del segreto bancario. Abolizione che non va bene ad Austria e Lussemburgo che, ottenuta la protezione fino al 2014, puntano a un ulteriore allungamento dei tempi.