
MILANO – L’economia italiana ha iniziato la ripresa, lo “sentono” i capi delle aziende e lo certifica un nuovo istituto, l’Ambrosetti Club Economic Indicator. I numeri non sono da bolla e nemmeno da boom, ma, avverte Valerio De Molli, managing partner di The European House – Ambrosetti.
In una scala da -100 a +100, siamo in questo momento (gennaio 2014) a quota +5,3 per la situazione economica, 5,2 per le prospettive a sei mesi (dopo avere toccato quota 21 nel luglio 2013), mentre i valori sono ancora negativi per le previsioni sulla occupazione: -25,3; e sugli investimenti: -1,8.
Quel che conta, avverte Valerio De Molli, è l’indicatore sulla situazione economia e quello sulle prospettive:
“finché rimane positivo, fa ben sperare per il futuro; i risultati indicano che l’economia italiana è entrata in una fase di espansione e nei prossimi 6 mesi ci si attende un ulteriore miglioramento rispetto ai valori attuali”.
I dati resi noti dal Sole 24 Ore sono i primi di una serie di report trimestrali, basati su un set di indicatori “costruito” da The European House-Ambrosetti per la previsione sull’economia italiana, sull’occupazione e sugli investimenti delle imprese.
I dati sono stati elaborati
“catturando le informazioni sulla pianificazione strategica dell’impresa, [ottenendo] un set di indicatori di sentiment sui trend futuri, non correlato alle dinamiche o all’andamento passato delle serie storiche e delle variabili analizzate”.
I report saranno pubblicati disponibile trimestralmente sul Sole 24 Ore, che presenta il primo con questo titolo:
«L’economia italiana è pronta a ripartire»
Accanto all’articolo di Valerio De Molli, il Sole 24 Ore pubblica quattro schede che, precisa lo stesso Valerio De Molli,
“fanno riferimento alla situazione dell’economia, alle prospettive economiche, all’occupazione e agli investimenti. I valori dell’Ambrosetti Club Economic Indicator sono compresi tra -100 (la situazione di massima negatività) e +100 (la situazione di massima positività), con il punto 0 che rappresenta lo spartiacque tra espansione/recessione o miglioramento/peggioramento.
“Per i prossimi sei mesi si evidenzia un miglioramento rispetto ai valori attuali raggiunti, anche se la velocità del miglioramento tende a ridursi rispetto alle rilevazioni di ottobre e luglio 2013. Tale riduzione è spiegata dalla situazione attuale che è migliore rispetto a quella delle rilevazioni precedenti (l’anno scorso l’economia italiana si è contratta dell’1,9%; ora le stime di Commissione Europea, Fmi e Ocse sono per un aumento compreso tra 0,5 e 0,7%). È fisiologico che all’aumentare dell’attività economica e al miglioramento degli indicatori, le prospettive di ulteriore miglioramento tendono a ridursi. L’elemento da monitorare è il segno dell’indicatore che, finché rimane positivo, fa ben sperare per il futuro”.
Ecco i dettagli del “quadro italiano”:
“L’indicatore sulla situazione dell’economia ha, per la prima volta da quando è calcolato, un dato positivo (5,3 indica come l’economia è in una fase di espansione). Il valore di gennaio 2014 è in deciso miglioramento rispetto a ottobre e luglio 2013, e mostra una situazione economica positiva, ma con una crescita ancora debole.
Per i prossimi sei mesi, +5,2, si nota un miglioramento rispetto ai dati attuali, anche se la velocità del miglioramento si riduce rispetto alle rilevazioni di ottobre (+11,3) e luglio (+21) 2013. La riduzione è spiegata dalla situazione attuale che è decisamente migliore rispetto a quella delle due rilevazioni precedenti.
Note dolenti e forte preoccupazione emerge sul fronte dell’occupazione. L’indicatore sulle prospettive a 6 mesi del lavoro non solo risulta negativo, ma continua a peggiorare e si attesta a -25,2, rispetto a -18,2 di ottobre 2013 e -17 di luglio 2013. I risultati evidenziano un mercato del lavoro ancora in sofferenza e molto debole.
L’indicatore degli investimenti delle imprese è ancora negativo, anche se in modo molto contenuto, e si attesta a -1,8, in linea con il dato di ottobre 2013. Le prospettive di una ripresa degli investimenti non evidenziano ancora un segno positivo, anche se la fase più acuta della contrazione sembra essere superata”.
Nel suo articolo Valerio De Molli spiega così l’iniziativa:
“The European House-Ambrosetti ha lanciato un progetto mirato alla costruzione di un set di indicatori di previsione sull’economia italiana, sull’occupazione e sugli investimenti delle imprese. La fase di test, verifica quantitativa dei risultati, miglioramento della metodologia e degli strumenti di rilevazione, è durata oltre un anno. Abbiamo ottenuto risultati molto positivi che ci hanno spinto a rendere questa attività continuativa e impegnarci nella diffusione dei risultati.
Il set di indicatori dell’Ambrosetti Club Economic Indicator sarà pubblicato con cadenza trimestrale per rendere disponibili a imprese, istituzioni, policy maker e società civile, due tipologie di informazioni particolarmente sensibili. La prima di sentiment sull’andamento dell’economia italiana, dell’occupazione e degli investimenti, con una capacità di previsione fino a 6 mesi. La seconda di sentiment sull’andamento in tempo reale del sistema economico, anticipando le informazioni pubblicate da fonti ufficiali (Istat, Eurostat, Oecd, Fmi) che avvengono con un ritardo compreso fra 1,5 mesi e 3 mesi.
Perché è importante conoscere questi indicatori? Disporre di uno strumento per la lettura del futuro è fonte di vantaggio competitivo. Informazioni di sentiment sull’andamento di economia, lavoro e investimenti e del ciclo economico, sono necessarie per orientare le decisioni di business e programmare le politiche delle imprese, e per poter agire con tempestività nei confronti dei cambiamenti e dei sempre più frequenti shock economici a livello di sistema Paese.
Gli shock negativi non sembrano eliminabili dal sistema. Sono sempre esistiti e ciclicamente si manifestano. Sembrano rappresentare una componente dell’economia di mercato che produce crescita e ricchezza e sono provocati da disequilibri, di diversa natura, che si protraggono nel tempo, fino a scoppiare. Le crisi provocate da mancanza di liquidità, le crisi valutarie, le crisi provocate da eccesso di debito, i default bancari, lo scoppio delle bolle sui mercati (immobiliari o azionari o degli strumenti derivati) sono alcuni esempi.
Pensiamo a quanto sia importante, e sarebbe stato tale, disporre di informazioni attendibili sulle prospettive capaci di anticipare il ciclo economico e indicare tempestivamente la magnitudo dello shock. Prima le informazioni sono rese disponibili, maggiore è la tempestività della risposta agli shock negativi e ai cambiamenti. Ciò è essenziale per la sopravvivenza di imprese e territori, ma anche per cogliere le opportunità in arrivo.
Prevedere in anticipo i cambiamenti, le tendenze e la loro magnitudo sul sistema economico, è la sfida cui cerchiamo di rispondere con questi nuovi indicatori.
La forza, il carattere distintivo e unico degli indici dell’Ambrosetti Club Economic Indicator si fonda su due elementi: metodologia e campione target di riferimento utilizzato. Abbiamo costruito una metodologia quali-quantitativa specifica per la raccolta dei dati e l’elaborazione dei risultati, in grado di generare un database nuovo che ci permette di lavorare su dati proprietari e non disponibili dalle fonti ufficiali. Il target di riferimento dell’analisi è composto da un campione di imprenditori, amministratori delegati, direttori generali e rappresentanti dei vertici aziendali delle più importanti società italiane.
Allo stato attuale, non esistono indici paragonabili a quelli prodotti dall’Ambrosetti Club Economic Indicator. La metodologia usata e il target delle rilevazioni sono un unicum tra gli indicatori pubblicati oggi in Italia e tra quelli pubblicati da società e istituzioni internazionali con riferimento all’Italia. John Galbraith, tra i più celebri e influenti economisti del secolo scorso, negli anni 90 disse «la sola funzione delle previsioni degli economisti è far sembrare rispettabile l’astrologia». Affermazione provocatoria, ma non priva di fondamento.
Basta scorrere, anche solo di pochi mesi, gli articoli e le interviste sui giornali e i report contenenti previsioni economiche, per rendersi conto come importanti e autorevoli istituzioni hanno prodotto stime sull’attività economica, sull’occupazione, sulla produzione industriale e sugli investimenti che sono state, quasi sistematicamente, riviste o profondamente modificate, più volte in poco tempo.
Uno dei principali problemi che creano queste distorsioni è il fatto che gran parte di queste stime si basano su metodologie che, seppur sofisticate e scientificamente allo stato dell’arte della conoscenza in materia, si basano quasi solo su dati quantitativi che, per definizione, sono quelli del passato.
Le stime future che si fondano su metodologie quantitative, scontano il fatto di avere “memoria del passato” e, pertanto, le previsioni incorporano comportamenti, eventi, tendenze e relazioni di causa-effetto che hanno caratterizzato la serie storica dell’indicatore stesso che si vuole stimare. Sempre più difficoltà incontrano questi indicatori nel prevedere cambiamenti e innovazioni radicali nel paradigma economico.
Gli indicatori dell’Ambrosetti Club Economic Indicator sono di tipo quali-quantitativo di sentiment e non sono correlati col passato, con la serie storica. Rappresentano un indicatore di previsione “puro”, potremmo dire un indicatore “100% forward looking” che è slegato dalla sua serie storica e da eventi passati. Aspettative che si basano su piani e progetti in atto o in fase di studio del campione di imprese considerato.
Come abbiamo realizzato tutto questo? L’innovazione consiste nell’ottenere informazioni di sentiment da imprenditori e vertici aziendali delle più importanti aziende del Paese, con riferimento alle aspettative che hanno sul loro business, sugli investimenti in programma, sulle competenze su cui possono fare leva in azienda, sui piani di sviluppo che hanno per il recruiting e la formazione del personale, sui nuovi ordinativi e sull’evoluzione delle vendite.
Siamo consapevoli che il target è particolarmente attento e informato sugli andamenti economici e in parte influenzabile nelle aspettative da altri indicatori che risentono della “memoria del passato”, ma la tipologia di informazioni che otteniamo è fattuale e oggettiva sullo stato attuale e futuro del business e incorpora la visione e la pianificazione strategica della propria azienda. In questo ambito gli indici dell’Ambrosetti Club Economic Indicator elaborati sulla base delle informazioni ottenute dai vertici delle aziende, si differenziano in modo significativo dagli indici Pmi (Purchaising manager indexes) costruiti sulla base delle informazioni ottenute dai responsabili degli acquisti, quindi da una sola specifica funzione aziendale”.
