L’elogio della “stupidità funzionale” negli uffici. Quando è utile un’idiota?

L’elogio della “stupidità funzionale”. “Be supid”. quindi? Basta solo un po’ di ingenuità

ROMA – Un certo grado di stupidità è funzionale a una buona gestione di un ufficio. La singolare teoria, uno studio degli economisti Mats Alvesson e Andrè Spicer, è centrata su questo assunto empirico: meglio dipendenti ingenui che troppi cervelloni impegnati a questionare e far tante domande, anche intelligenti, su tutto. Il manager che suscita una certa quota di stupore nel suo staff ne beneficia in termini di leadership e l’azienda in termini di coesione e efficienza. Per cui, chi metterebbe in discussione questo patrimonio in cambio di un tasso maggiore di intelligenza, chi baratterebbe ciò che si guadagna in consapevolezza con il sacrificio della dedizione volontaria e parzialmente cieca?

Se la risposta è negativa, quella cioè corrispondente alla maggioranza dei casi, il quesito a questo punto diventa, quale debba essere la linea che demarca una stupidità, appunto funzionale, dalla semplice idiozia. Il quesito, posto brillantemente da Andrew Hill sul Financial Times del 14 gennaio (leggi qui), pregiudica, o comunque altera, ferree convinzioni date per scontate, per esempio, a proposito dei ripetuti disastri finanziari, economici, con corredo di bolle speculative su derivati, dotcom, case ecc… Come li giustifichiamo? “It’s stupidity, stupid!” (E’ la stupidità, stupido!), risponderemmo di getto.

La stupidità di offrire mutui da centinaia di migliaia di dollari a chi ne percepisce decine, per esempio. Oppure, quella dell’ex Ceo di Ubs, Marcel Rohner, che dello scandalo della manipolazione del Libor (il tasso interbancario inglese) non si accorse di nulla perché mai si scomodò per dare un’occhiata su quanto avveniva ai piani bassi. Stupidità, certo, perché alla fine autolesionista.

Lo studio Alvesson-Spicer dimostra, invece, che più le corporation sono organizzate, capillari, enormi, più si affidano al top della brillantezza e dell’intelligenza per management e consulenti: risultato, sono più disponibili alla stupidità, cioè a scelte immotivate, pericolose, non redditizie.

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Warsamé Dini Casali