L’Eni Spa si trova a far fronte ad una minaccia al suo fiorente commercio di gas naturale, da tempo considerato una difesa contro gli instabili prezzi del petrolio, per via dell’intenzione dei regolatori dell’Unione Europea di procedere allo scorporo del suo network di gasdotti.
Il gigante petrolifero comparirà davanti ai regolatori UE il 27 novembre per rispondere alle accuse di Bruxelles secondo cui avrebbe impedito ai concorrenti di accedere alla sua vasta rete di gasdotti, secondo quanto ha dichiarato al Wall Street Journal il portavoce del Commissario antitrust dell’UE Neelie Kroes.
L’incontro, richiesto dall’Eni, è l’ultimo passo prima che la Commissione Europea concluda la sua lunga indagine diretta ad accertare se l’Eni ha abusato della sua posizione dominante nel mercato del gas-naturale europeo. Ci si aspetta una decisione in merito l’anno prossimo.
L’Eni gestisce un enorme network di gasdotti che trasportano il gas naturale dai principali fornitori continentali – Russia, Algeria e Norvegia – nel cuore dell’Europa, dal Belgio alla punta della penisola italiana.
Tale commercio genera oltre un terzo delle entrate dell’Eni. L’azienda rischia di perdere il controllo di importanti gasdotti che hanno funzionato come principali arterie del suo commercio per decenni.
Bruxelles accusa l’Eni di aver rifiutato di vendere spazio nei suoi gasdotti ad aziende rivali che vogliono trasportare il gas russo e olandese nelle nazioni europee. Bruxelles ha anche accusato l’Eni di aver ristretto il volume di gas naturale che scorre nei gasdotti.
Se Bruxelles dovesse decidere contro l’Eni, scrive il Wsj, l’azienda potrebbe essere condannata a pagare una multa di miliardi di euro, ovvero il 10 per cento delle sue entrate complessive annue, che sono ammontate nel 2008 a 108 miliardi di euro. I regolatori potrebbero anche costringere l’Eni a vendere parte della sua rete di gasdotti.