Etruria & co, Consob: “Obbligazionisti informati dei rischi”

Etruria & co, Consob: “Obbligazionisti conoscevano rischi”

ROMA – Etruria & co, Consob: “Obbligazionisti conoscevano rischi”. I prospetti dei bond subordinati delle banche poste in risoluzione (Carichieti, Banca Marche, Banca Etruria e Cariferrara) sono “stati redatti nel rispetto delle regole di trasparenza previste dalle norme sul prospetto informativo” e “hanno dato massima evidenza a tutti i fattori di rischio connessi alla complessità degli strumenti e alla situazione in cui versavano le banche”, specificando anche il rischio di “perdere l’intero capitale investito”.

Sono importanti le parole di Giuseppe Vegas, presidente della Consob, nel suo discorso al mercato finanziario: in modo netto ha detto che i sottoscrittori di obbligazioni scottati dai fallimenti delle banche erano informati di quanto andavano sottoscrivendo. Allo stesso tempo, le parole del presidente assolvono l’authority dalle accuse di non aver ben vigilato sulla gestione delle banche e in difesa dei clienti.

“Le vicende relative alla liquidazione delle quattro banche non mettono in discussione la validità di di fondo dei modelli di vigilanza sulla prestazione dei servizi d’investimento” ha sottolineato Vegas, ricordando che “il nostro modello di vigilanza è stato esaminato e positivamente valutato sia dal Fondo monetario internazionale, in occasione del Financial Assessment Program condotto sull’Italia nel 2013, sia dall’Esma, in occasione delle prassi di vigilanza sull’applicazione della Mifid”.

Vegas ha ricordato che dal 2007, anno di introduzione della Mifid, “Consob ha realizzato circa mille interventi di vigilanza in materia di servizi di investimento” con una copertura di “circa il 90% del risparmio investito in strumenti finanziari riconducibili a clientela retail, mentre le verifiche ispettive hanno riguardato il 55% circa del mercato”.

“Ciò nonostante – ha aggiunto Vegas – Consob sta facendo tesoro dell’esperienza così maturata nell’orientare e affinare ulteriormente le sue prassi di vigilanza”. Il presidente della Consob ha anche ribadito, come aveva fatto in audizione davanti al Senato, come il fenomeno delle obbligazioni subordinate diventate ‘carta straccia’ sia stato circoscritto: “l’importo in possesso della clientela retail, al 30 giugno 2015, era di 374 milioni di euro, pari all’1,17% del totale” dei bond subordinati emessi da banche e detenuti da risparmiatori.

No a tetto sull’acquisto di titoli di Stato. Il presidente della Consob, nel suo discorso al mercato, è intervenuto anche per mettere in guardia da una eventuale introduzione di un tetto per le banche all’acquisto di titoli di Stato. Che, queste le parole di Vegas, “avrebbe l’effetto di avvantaggiare gli Stati con rating più elevati e costringere le banche a ridurre bruscamente e in maniera disordinata l’esposizione in titoli di Stato con rating peggiori. Ne conseguirebbe una nuova ondata di turbolenze e instabilità sul mercato dei titoli pubblici. Il conseguente aumento dei tassi avrebbe effetti negativi sulla sostenibilità del debito pubblico”.

 

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Warsamé Dini Casali