Estonia 2011: da repubblica sovietica a membro Ue. Ma c’è chi teme il collasso

L’euro chiude il suo anno più difficile con il dilagare della crisi del debito e gli attacchi della speculazione e apre il 2011 con l’ingresso dell’Estonia, prima repubblica ex sovietica ad entrare nel club della moneta unica e terzo paese ex comunista ad adottarla, dopo Slovenia e Slovacchia.

A differenza dei suoi vicini Lettonia e Lituania, il paese baltico non teme la crisi e ha ufficialmente introdotto il primo gennaio la valuta unica mandando in soffitta la corona che nel 1992 rimpiazzò il rublo sovietico, diventando il diciassettesimo partner dell’area.

Per le prime due settimane di gennaio verrà comunque mantenuta la doppia circolazione di monete, con un tasso tasso di cambio di 15,6466 corone per un euro.

Il primo ministro, entusiasta. Il primo ministro estone Andrus Ansip è stato il primo cittadino del paese, che conta 1,3 milioni di abitanti, a prelevare biglietti in euro allo scoccare della mezzanotte da un bancomat installato all’Opera House nel centro di Tallin. Ansip, insieme al commissario ai trasporti Ue Siim Kallas, al premier lituano Andrius Kubilius e al premier lettone Valdis Dombrovskis che hanno ripetuto l’operazione, ha quindi sventolato le nuove banconote davanti ad una piazza gremita di migliaia cittadini che festeggiavano questo significativo Capodanno.

”Questo è un piccolo passo per la zona euro e un salto da gigante per l’Estonia – ha detto Ansip – L’euro è il primo e più importante garante della nostra sicurezza. L’Estonia è il paese più povero della zona euro. Abbiamo quindi da fare per mantenere l’obiettivo che ci siamo posti con l’adesione”.

Gli scettici. L’arrivo dell’euro, tuttavia, non è stato gradito a tutti gli estoni. Nel centro di Tallin sono stati affissi manifesti contro la moneta unica che recitavano: ‘Estonia! Benvenuta sul Titanic’, oppure ‘Stop euro, salvare la corona’. Secondo i sondaggi il 50% degli estoni è favorevole a questo cambiamento, ma i contrari sarebbero il 40%.

”L’euro è stato introdotto con successo in Estonia”, ha assicurato il primo gennaio 2011 la Banca centrale europea, dando il benvenuto a questo ulteriore allargamento dell’area euro, che porta a 17 i paesi in cui circola la valuta europea. Con l’Estonia salgono a 331 milioni i cittadini Ue che condividono la stessa moneta e a 8.956 miliardi di euro il Prodotto interno lordo di tutta l’area, che per ricchezza si colloca alle spalle degli Usa, ma davanti a Giappone e a Cina.

Il presidente Barroso. E’ un ”forte segnale di stabilità” per gli Stati membri ha detto il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, quasi a voler rimarcare quanto per Eurolandia sia necessaria una iniezione di fiducia dopo i salvataggi di emergenza di Grecia e Irlanda, mentre resta il rischio contagio con Spagna e Portogallo tra le prossime vittime.

Con il 2011 si apre un anno cruciale per i governi dell’area chiamati a trovare un accordo per rafforzare la strategia anti-crisi, con la riforma della governance economica e del patto di stabilità e crescita e la definizione di un fondo ‘salva-stati’ permanente dal 2013. E se il governo di Tallin ha dimostrato piena fiducia nell’euro, bisognerà aspettare qualche anno prima di vedere nuovi ingressi: Lettonia e Lituania, i prossimi in lista, puntano al 2014, mentre Ungheria, Repubblica ceca e Polonia continuano a prendere tempo anche per superare le difficoltà economiche.

[gmap]

Premiata da politiche fiscali virtuose, invece, l’Estonia vanta conti in ordine con un debito pubblico all’8% del Pil, il livello piu’ basso di tutta l’Unione, mentre – dicono le stime Ue – l’economia crescerà del 4,4% nel 2011 dopo la ripresa del 2,4% messa segno nel 2010 dal crollo verticale del 14% segnato nel 2009.

Published by
Maria Elena Perrero