GERMANIA – La crisi è peggiore di quella prevista e forse peggiore di quanto ci vogliano fare credere. L’economia dell’Europa è fragile e si sta indebolendo sempre di più.
Ce lo ha ricordato Angela Merkel, cancelliera di Germania, che ha parlato della recessione più grave dalla Seconda Guerra Mondiale per l’eurozona: “Non è nata in una notte e e per superarla occorre un percorso lungo e difficile”. La crisi preoccupa tanto anche a Berlino, perché riguarda la produzione industriale crollata in tutti i Paesi Ue senza distinzione di sorta.
A settembre i dati parlano di una chiara frenata per la produzione industriale: secondo Eurostat, è infatti diminuita del 2% nell’Eurozona (+1,4% in agosto) e dell’1,3% in Ue 27 (+1% nel mese precedente). Ancora meno incoraggianti i numeri che riguardano l’Italia: in calo del 4,8% in settembre dopo aver registrato un aumento del 3,9% in agosto. I problemi sono stati più grossi nell’Eurozona per il settore dei beni di investimento (-4,2%) mentre quelli di consumo durevole sono scesi del 3,8% e gli intermedi del 2,2%. Calo più contenuto quello dell’energia (-1,4%) e dei beni di consumo non durevoli (-1,3%).
Adesso non resta che sperare nell’ultimo trimestre di quest’anno che per alcuni analisti dovrebbe risollevare il trend precedente con la spinta del settore manufatturiero. Per fare ripartire l’Eurozona ci vuole tempo e molto impegno perché, come ha fatto notare Angela Merkel, la crisi “è grave” e c’è chi traina di più degli altri il carro Ue.
Fra Grecia e Italia per esempio il paragone non regge fino in fondo, perché, come spiega il Wall Street Journal il deficit cronico e cattiva gestione finanziaria hanno portato sì alla crisi e misure di austerità severe sono necessarie, non importa quanto sia doloroso. Ma l’Italia è un caso diverso. Nonostante il suo pesante debito e il disavanzo di bilancio annuale, il problema principale di Roma è la mancanza di crescita economica. “L’Italia, invece di tirare fuori la mannaia tagliando la spesa, dovrebbe meglio concentrarsi su … misure per la crescita che impediscano la recessione”, ha detto l’economista Ben May.