ROMA – L’evasione “blocca lo sviluppo economico e civile”: così il Centro studi di Confindustria, stimando che in Italia l’evasione fiscale e contributiva ammonti a 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del Pil. Al fisco vengono sottratti quasi 40 miliardi di Iva, 23,4 di Irpef, 5,2 di Ires, 3 di Irap, 16,3 di altre imposte indirette e 34,4 di contributi previdenziali.
Se si dimezzasse l’evasione e si restituissero ai contribuenti, attraverso l’abbassamento delle aliquote, le risorse recuperate, si avrebbe un 3,1% di maggiore Pil e oltre 335mila occupati aggiuntivi, calcola ancora il Centro studi, stimando che l’evasione fiscale e contributiva in Italia ammonti a 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del Pil.
Squinzi: “Dimensione patologica, abbassare le tasse”. “La dimensione dell’evasione è assolutamente patologica”, ha affermato il presidente dell’associazione degli industriali, Giorgio Squinzi, sostenendo che perciò i risultati della lotta all’evasione devono essere indirizzati “esclusivamente alla diminuzione del carico fiscale, per dare vita ad un circolo virtuoso in cui la maggiore osservanza degli obblighi fiscali viene premiata da un minor prelievo, un circolo simmetrico e opposto a quello che si è creato in passato quando la mancanza di gettito dovuto all’evasione è stato compensato aumentando la pressione”.