ROMA – Oltre 500 milioni di euro al giorno vengono evasi al fisco. Ben 180 miliardi di euro l’anno, circa l’11,2% del Pil. Motivo per cui Luigi Angeletti, segretario dell Uil, ha lanciato la sua proposta: una petizione popolare per chiedere una legge che permetta di dedurre le spese dalle tasse.
Angeletti spiega che l’Iva è la tassa più evasa e che basterebbe poco per contrastare l’evasione fiscale:
“Una petizione popolare per raccogliere almeno 500 mila firme per proporre a governo e Parlamento una modifica della legge che preveda di dedurre le tasse rispetto a determinate spese. Questa proposta non è l’unica ma la più efficace per contrastare l’evasione fiscale che in Italia è il vero scandalo, un problema sociale”.
Obiettivo della petizione, spiega ancora il segretario della Uil, è
“far sì che ci sia una pressione popolare su parlamento e governo perché finalmente cominci a cambiare registro per una svolta nella lotta all’evasione fiscale”.
I maggiori contribuenti in Italia sono i lavoratori dipendenti e i pensionati. Ricordando i dati sulle dichiarazioni 2013, relative ai redditi 2012, la Uil ha infatti evidenziato come proprio lavoratori dipendenti e pensionati che hanno il sostituto d’imposta contribuiscono al reddito Irpef per l’86,7%.
E che, ha evidenziato ancora il leader della Uil, il reddito medio dei lavoratori dipendenti è più alto degli imprenditori: sulla base delle dichiarazioni 2012, si tratta di 22.080 euro contro 21.330 euro. Sulla base delle stesse dichiarazioni 2012, è risultato ad esempio, come sottolineato dalla Uil tra i dati che destano “perplessità”, anche che i redditi di alcune categorie come discoteche e centri benessere sono negativi (-1.300 e -4.100).
Di qui l’iniziativa della petizione popolare, la cui raccolta di firme partirà il primo maggio e si concluderà il 30 giugno. Le risorse recuperate, secondo la Uil, devono essere destinate alla riduzione delle tasse:
“gli interventi annunciati dall’attuale Governo sono positivi e nei prossimi mesi vanno estesi a tutti i pensionati e a tutti i lavoratori”.
La petizione raccoglie cinque proposte, a partire dall’estensione del contrasto di interessi tra consumatori e fornitori, attraverso l’aumento delle detrazioni e delle deduzioni esistenti, prevedendo anche il potenziamento della tracciabilità dei pagamenti. Poi la riorganizzazione dell’apparato statale attraverso la creazione di una vera e propria struttura per l’accertamento che consenta di prevedere un incremento dei controlli, destinandovi maggiori risorse ed energie umane: il personale addetto ai controlli in Italia è circa la metà della media dei paesi Ocse.
Tra le proposte, anche l’introduzione di una
“sanzione che preveda, per chi evade, l’interdizione all’accesso alle agevolazioni fiscali e ad alcuni servizi (dalla retta per l’asilo nido alle tasse universitarie) per un periodo temporale correlato all’entità dei redditi evasi”.
Il “potenziamento del ruolo degli enti locali, attraverso un loro effettivo coinvolgimento” nel contrasto all’evasione e l’elevazione
“a rango costituzionale dello Statuto dei Diritti del contribuente per assicurare trasparenza, semplificazione degli adempimenti, certezza ed esigibilità dei diritti dei cittadini nel rapporto con il fisco”.