
Water reaches the houses after the Ticino river overflowed its banks, in Pavia, Italy, Monday, Nov. 25, 2019. Officially say at least seven people died as heavy rain slammed the Riviera coasts of France and Italy, trapping travelers in their cars, as well as parts of western Greece. Some roads remained closed Monday on the French Riviera, and rivers were still rising in Italy after the weekend flooding. (ANSA/AP Photo/Antonio Calanni) [CopyrightNotice: Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved]

ROMA – Negli ultimi 10 anni gli eventi estremi climatici sono aumentati in Italia portando a danni all’agricoltura per 14 miliardi di euro. Solo nel 2019, sono state 16 le Regioni italiane che hanno chiesto lo stato di calamità naturale per colpa di alluvioni, frane e danni provocati dal maltempo. Questo il rapporto della Coldiretti e dell’Anbi, l’associazione che riunisce i consorzi di bonifica, al concorso fotografico Obiettivo Acqua.
Nonostante ogni anno ci siano Regioni che chiedono lo stato di calamità, rileva il presidente Anbi Francesco Vincenzi, meno del 10% dei fondi richiesti dal 2013 al 2019, circa 11 miliardi, sono stati effettivamente assegnati. Tra le singole regioni quella che ha richiesto più stati di emergenza negli ultimi sei anni è l’Emilia Romagna, 12 volte, con una richiesta di fondi di 1,3 miliardi di euro, di cui però sono stati assegnati 124mila euro, mentre l’unica a non averne mai richiesti è il Trentino Alto Adige.
Massimo Gargano, direttore generale di Anbi, ha commentato: “La cultura del paese è emergenziale, questi sono dei dati su una questione su cui siamo tutti d’accordo, ma tutto si sostanzia su un assistere in modo notarile a quello che succede. Non c’è nessuna coerenza tra il danno provocato e le azioni successive”.
Fra le emergenze da affrontare, ha sottolineato Vincenzi, c’è quella idrica: “Il nostro paese è uno di quelli che consuma più acqua, 160 metri cubi pro capite all’anno, va spiegato che è un bene prezioso e va risparmiata. Siamo uno dei paesi che investe meno su questo settore, basti pensare che le dighe presenti in Italia potrebbero contenere 7 miliardi di metri cubi d’acqua, ma molte sono incompiute, o magari manca solo il collaudo”. (Fonte ANSA)
