Il fabbisogno del settore statale si conferma in linea con le previsioni e nei primi otto mesi dell’anno registra un calo di 9,1 miliardi anche se ad agosto (rispetto ad agosto 2009) c’è stato un peggioramento, sia pur lieve. E’ quanto comunica il Tesoro spiegando che in particolare l’andamento d’agosto è stato influenzato soprattutto dal buon andamento delle entrate fiscali.
Nel mese si è recuperato il gettito degli studi di settore che era stato fatto slittare (da luglio) e l’incasso dell’erario è risultato così più corposo in attesa inoltre del conguaglio di fine anno.
Sul fronte delle spese invece le casse dello Stato hanno pagato più rimborsi fiscali. Uscita però in parte bilanciata da minori erogazioni verso le amministrazioni locali.
Nel mese di agosto 2010 – spiega via XX Settembre nella consueta nota – si è registrato un fabbisogno del settore statale pari, in via provvisoria, a circa 8.000 milioni. Un livello solo ”marginalmente superiore, per circa 900 milioni, al fabbisogno dell’agosto 2009”.
Nonostante questa piccola crescita ”in ragione d’anno, il fabbisogno si conferma dunque in linea con le previsioni”. Ma il dato positivo emerge dal dato ‘cumulato’: nei primi otto mesi del 2010 si è infatti registrato complessivamente un fabbisogno di circa 51.700 milioni, inferiore di circa 9.100 milioni a quello dell’analogo periodo 2009, pari a 60.798 milioni.
Secondo il Tesoro, il fabbisogno di agosto 2010, rispetto allo stesso mese del 2009, ”riflette la sostanziale tenuta delle entrate fiscali che hanno beneficiato, analogamente allo scorso anno, del recupero di gettito slittato dal mese di luglio per effetto dello spostamento dei termini di versamento per i contribuenti soggetti agli studi di settore. Dal lato dei pagamenti il saldo del mese sconta maggiori rimborsi fiscali, in larga parte compensati da minori erogazioni alle Amministrazioni locali”.
Prosegue dunque il calo del fabbisogno: a luglio, il dato cumulato dei primi sette mesi dell’anno, mostrava già un deficit statale in calo a 43,1 miliardi (10,5 miliardi in meno rispetto a gennaio-luglio 2009) dopo che a giugno era già calato a quota 45,8 miliardi, registrando un avanzo di 2,7 miliardi nel solo mese di luglio.
Un risultato, quello di luglio, raggiunto, secondo il Tesoro, grazie alle minori spese per interessi sul debito pubblico, a seguito dei bassi tassi di interesse spuntati nelle aste dai Titoli di Stato e, anche in quel caso, alla frenata della spesa da parte degli Enti Locali. Mentre, anche a luglio, le entrate fiscali avevano mostrato ”tenuta”, nonostante lo slittamento degli incassi dagli studi di settore.
