Riassetto Premafin-Fonsai: settimana dura per la famiglia Ligresti

MILANO – Ha preso il via con una riunione-fiume della famiglia Ligresti con l’advisor Banca Leonardo una settimana decisiva per le sorti dell’impero della famiglia siciliana. Salvatore Ligresti, assieme alle figlie Jonella e Giulia Maria, ai legali Guido Lombardi e Marco De Luca, al “fedelissimo” Fausto Rapisarda, segretario del consiglio di Fonsai, e all’amministratore delegato della compagnia, Emanuele Erbetta, sono rimasti rinchiusi nella sede della banca di Gerardo Braggiotti, lasciata solo in tarda serata, per quasi sei ore. Ore in cui si è assistito a un via vai di banchieri e legali, tra cui l’alto dirigente di Mediobanca, Clemente Rebecchini.

Bocche cucite, come da tradizione, all’uscita. E’ probabile che i Ligresti, senza denari per ricapitalizzare Premafin e Fonsai, prostrata da una gestione che porterà la compagnia ad accumulare alla fine del 2011 oltre due miliardi di perdite in tre anni, stiano cercando di vendere a caro prezzo alle banche creditrici guidate da Mediobanca e Unicredit.

Da un lato i Ligresti stanno rinegoziando il debito delle holding personali, Sinergia e Imco, esposte per circa 300 milioni verso Unicredit, Banco Popolare, Bpm e General Electric. Gli istituti di credito, coordinati dall’advisor Lazard, dopo aver detto no alla richiesta di nuova finanza e a una moratoria degli interessi, spingono per conferire gli immobili di Sinergia in una newco di cui diventerebbero proprietari, affidandone la gestione a una società specializzata e lasciando ai Ligresti la società di costruzione Imco. Tra quelli che esaminano il dossier del patrimonio immobiliare di Sinergia c’è anche Idea Fimit, la sgr attiva nell’immobiliare controllata dalla famiglia De Agostini. Un alto dirigente del gruppo si è intrattenuto per circa un’ora in una delle sedi dei Ligresti prima che la famiglia si trasferisse in blocco presso Banca Leonardo.

Dall’altro i Ligresti sono alla ricerca di un cavaliere bianco per Premafin-Fonsai nel tentativo di spuntare il prezzo più alto per la perdita del controllo del gruppo assicurativo. Mediobanca spinge per una soluzione industriale, il matrimonio con Unipol, e sta lavorando per convincere la famiglia a condividere l’operazione: l’intenzione di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, esposta verso la compagnia per quasi 1,1 miliardi, è di individuare il soggetto che dovrà salvare Fonsai per la seconda volta in meno di un anno entro questa settimana, in modo da mettere a punto tutti i dettagli della ricapitalizzazione da 750 milioni.

In corsa per il gruppo c’è il fondo Clessidra, disponibile a mettere sul piatto 200 milioni di euro per entrare in Premafin, mentre l’interessamento della Sator di Matteo Arpe e della 21 Investimenti di Alessandro Benetton non sembrano al momento essersi tradotti in una proposta concreta.

Il clima di incertezza, con la famiglia Ligresti che non sembra disponibile a gettare la spugna, si è abbattuto in Borsa su Fonsai (-7,32%) e ha travolto la stessa Unipol (-14,26%) mentre Premafin è salita del 3,27%.    La giornata di incontri e riunioni ha visto anche la visita a Salvatore Ligresti dell’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che, assieme al figlio Geronimo (consigliere di Premafin), si è intrattenuto per circa due ore con l’ingegnere siciliano: “è stata una visita di cortesia, ci conosciamo da tre generazioni. E’ un momento molto delicato, sono venuto a trovarlo” ha detto l’esponente del Pdl.

Le riunioni fiume che in questi giorni si stanno tenendo in Banca Leonardo per sancire il passaggio di testimone sono spesso interrotte da ripensamenti, da tensioni tra fratelli e da scene che, rivelano alcuni dei presenti, sfiorano il melodramma. Giulia Ligresti e i suoi fratelli temono di dover rinunciare ai privilegi fin qui garantiti dallo status di primo socio di Fondiaria. Ora però le banche creditrici sembrano non voler concedere altro spazio alla famiglia, pena il commissariamento.

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Daniela Lauria