La moglie di Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb, scrive al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, implorandolo “diĀ far luce sul suo caso e su quelli delle tante persone che, come lui, si trovano ingiustamente in carcere”. la risposta arriva dal consigliere del Quirinale che si occupa di questa materia: “Sono persuaso che la magistratura non mancherĆ di provvedere con equilibrio e tempestivitĆ sulla posizione di suo marito”, scrive Loris D’Ambrosio.
Nella missiva inviata a Napolitano il 4 maggio scorso, resa nota dalla famiglia del fondatore di Fastweb cosƬ come la risposta del Quirinale, la signora Scaglia esordiva cosƬ: “Signor Presidente, sono Monica Aschei la moglie di Silvio Scaglia, il fondatore di Fastweb, trattenuto in carcere a Rebibbia, a titolo preventivo, da ormai 67 giorni, per un’indagine in corso da parte della Procura di Roma, su presunte frodi fiscali e false comunicazioni relative alla societĆ stessa, per il ruolo che ha ricoperto negli anni 2003-2007”.
“Mio marito – proseguiva la lettera – si ĆØ sempre dichiarato innocente, estraneo ai fatti che gli vengono contestati, peraltro giĆ oggetto di un precedente chiarimento con la magistratura inquirente. Spinta dalla delusione e dalla forte amarezza, con la responsabilitĆ di dare certezza anche ai tanti lavoratori delle nuove iniziative imprenditoriali intraprese da mio marito, Le chiedo di poter far luce sul suo caso e su quelli delle tante persone che, come lui, si trovano ingiustamente in carcere. Spero che Lei possa prendere in considerazione, anche come Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, il delicato tema delle carcerazioni preventive attuate con schemi spesso arbitrari, al limite del rispetto dei diritti umani e costituzionali. Mio marito ne ĆØ un caso, ma temo, purtroppo, che non sia l’unico”, ha scritto Monica Aschei Scaglia.
“Sono persuaso che la magistratura non mancherĆ di provvedere con equilibrio e tempestivitĆ sulla posizione di Suo marito, tenendo in ogni conto esigenze di indagine e prospettazioni difensive”, risponde Loris D’Ambrosio, consigliere del presidente della Repubblica per l’amministrazione della Giustizia, in risposta alla lettera di Monica Scaglia. Il consigliere di Giorgio Napolitano sottolinea peraltro che “il Capo dello Stato non interviene sulle vicende giudiziarie specifiche perchĆ© il loro esame ĆØ rimesso in via esclusiva alla magistratura”.
“Il Capo dello Stato ha più volte messo in evidenza – si legge ancora nella lettera di risposta alla signora Scaglia -, anche di recente, la complessitĆ delle funzioni di magistrato e la necessitĆ che esse siano sempre svolte tenendo conto della loro incidenza su situazioni difficili e spesso dolorose che hanno per protagonista l’uomo, la sua dignitĆ e la sua libertĆ ”, conclude il Quirinale.
