ROMA – Il management di General Motors non è interessato a una fusione con Fca, ha ribadito l’amministratore delegato di Gm, Mary Barra, durante l’assemblea annuale di Gm. Il consiglio di amministrazione ha visto ed esaminato l’email dell’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, sull’offerta di avviare una discussione su una possibile fusione. Barra spiega che Gm è concentrata a realizzare le proprie economie di scala. Tuttavia il rifiuto Gm non ha scoraggiato Sergio Marchionne: tra le ipotesi allo studio c’è anche un’offerta ostile in azioni per la rivale americana.
Il gioco dell’Opa. L’offerta in azioni quando il Cda della società da scalare è contrario all’offerta, si definisce Opa ostile. Non si tratta di una suggestione: un pool di analisti finanziari ha descritto nero su bianco l’ardito scenario. Il report (di Alliance Bernstein) raccoglie le valutazioni degli analisti sulle incognite Antitrust (insieme Fca e Gm occupano insieme circa un terzo del mercato Usa) e sottolinea i benefici di redditività dell’aggregato.
In ogni caso, viste le dimensioni (Fca è più piccola) e il livello di debiti, Marchionne non può offrire cash. Carta contro carta, quindi, con la promessa di un premio agli azionisti Gm e scommessa su un drastico aumento dei profitti. La linea Marchionne, ambiziosa, sposa la convinzione (Mediobanca) secondo cui chi agisce per primo nel processo di consolidamento del settore auto ha il vantaggio di scegliere il partner migliore.
Se dovesse sedersi nuovamente al tavolo negoziale, il ragionamento di Marchionne potrebbe essere questo: «Nel 2009 avete dovuto intervenire perché Gm e Chrysler erano in bancarotta, e avevate valutato anche l’idea di fonderle; ora le due aziende stanno meglio, ma le pressioni competitive globali restano fortissime. C’è il rischio concreto che alla prossima recessione una fusione diventi inevitabile: perché non farla subito e farla gestire da un manager che ha dimostrato in questi anni le proprie capacità di integrare due culture aziendali completamente diverse?». Il legame con Obama è un vantaggio per Fca ma ha una scadenza: fra sette mesi inizia la campagna elettorale per la presidenza. e il tema diventerebbe tabù. (Andrea Malan, Il Sole 24 Ore).
Il piano B: fusione con Wolkswagen o Peugeot. Le difficoltà dell’operazione Gm e i tempi stretti portano a considerare Europa e Asia per alleanze alternative. Allo studio ci sarebbero però anche altre opzioni con grandi gruppi come Volkswagen e Suzuki. È quanto sostiene l’agenzia di stampa Bloomberg. Tra le ipotesi anche Psa Peugeot Citroen che però Marchionne considererebbe un “piano C”.
Il problema di Fca è che alcuni di queste concorrenti sono interessati a un accordo quanto lo è General Motors – ovvero per nulla. Ford si è espressa per esempio negli stessi termini di Gm, mentre Honda e Hyundai sembrano concentrate sulla crescita organica; Suzuki, di cui Volkswagen controlla il 20%, è impegolata da anni in una disputa con il colosso tedesco, disputa che dovrebbe risolversi con un arbitrato; Mazda ha appena siglato un’intesa significativa con Toyota. Renault legata a Nissan da un’alleanza e da una partecipazione incrociata, ha fatto sapere di recente di non aver ricevuto proposte da Fca.
Rimangono tre big europei; Volkswagen, Peugeot e Daimler. Quest’ultima è sì una public company, ma non ha lasciato buoni ricordi in Chrysler. Volkswagen sarebbe forse acquirente, ma con il colosso tedesco (peraltro alle prese con un vuoto di potere al vertice) non si potrebbe parlare di fusione ma di cessione pura e semplice. (Andrea Mallan, Il Sole 24 Ore).