La Fed si mostra preoccupata sullo stato dell’economia ma rimanda ogni eventuale azione. Pur dichiarando di essere ”pronta a fornire, se necessario, nuovi stimoli per sostenere l’economia”, la banca centrale statunitense lascia fermi i tassi di interesse fra lo 0% e lo 0,25% e resta in attesa posticipando eventuali interventi a dispetto del pressing politico e sulla scia del forte dibattito interno su come e quando agire. Nessuna decisione era attesa dagli analisti, anche in considerazione delle pressioni politiche sulla Fed per un’azione a stretto giro e in vista delle elezioni di medio termine. Il quadro dipinto dalla banca centrale non appare roseo: dalla riunione dello scorso agosto, ”la ripresa economica e dell’occupazione sono rallentate”.
Il ritmo della ripresa dovrebbe essere ”modesto” con le aziende ”riluttanti ad assumere, le nuove costruzioni abitative a livelli depressi, le spese delle famiglie” solo ”in graduale aumento” e il credito continua a contrarsi anche se a un ritmo piu’ lento rispetto ad alcuni mesi fa. A questo si aggiunge un’inflazione ”al di sotto del livello ritenuto coerente, nel lungo termine, con il mandato” della banca centrale, ovvero promuovere l’occupazione e la stabilita’ dei prezzi. Il mercato del lavoro continua a scontare gli effetti pesanti della recessione, con il tasso di disoccupazione si e’ attestato in agosto al 9,6%. Ma in alcuni stati la situazione e’ ancora peggiore: in California – secondo i dati diffusi dal Dipartimento del lavoro – la disoccupazione e’ al 12,4%, in Florida all’11,7%, in Michigan al 13,1% e in Nevada al 14,4%.
”Continueremo a monitorare le prospettive economiche e finanziarie”: la Fed e’ ”pronta a fornire ulteriori stimoli se necessario per sostenere la ripresa economica e il ritorno dell’inflazione e a livelli coerenti con il nostro mandato”. La banca centrale assicura che manterra’, a fronte della situazione, tassi eccezionalmente bassi per un periodo prolungato, rimandando pero’ eventuali interventi a favore della crescita, quali l’acquisto di bond, a dispetto delle chiamate e delle pressioni politiche ad agire e in considerazione del dibattito interno in corso. Anche la decisione odierna non e’ stata presa all’unanimita’ dalla banca: il presidente della Fed di Kansas City, Thomas Hoenig, si e’ detto contrario.