ROMA – Cambia ancora il decreto del federalismo fiscale sul fisco comunale e recepisce una delle richieste che era venuta dall’opposizione, la definizione del fondo perequativo che, in base alla legge delega servirà a garantire i livelli essenziali dei servizi. Il governo ha messo a punto un emendamento che prevede l’istituzione di questo fondo (che entrerà in vigore dal 2014, quando sarà concluso il periodo transitorio del fondo di riequilibrio) e sarà alimentato dal gettito delle imposte devolute per il 30% ai Comuni in base al decreto.
L’emendamento, di 10 commi, in base alle indicazioni della delega prevede che il fondo sia articolato in due componenti, la prima delle quali riguarda le funzioni fondamentali, la seconda le non fondamentali. Tali quote sono divise in corrispondenza della determinazione dei fabbisogni standard relativi alle funzioni fondamentali. Ogni Regione – si legge – istituisce nel proprio bilancio due fondi, uno a favore dei Comuni, l’altro a favore delle Province, alimentati dal fondo perequativo, la cui entità è ”periodicamente aggiornata e le relative fonti di finanziamento sono ridefinite”.
La ripartizione del fondo tra i singoli enti avviene in base a una serie di indicatori tra i quali quello relativo al fabbisogno infrastrutturale del territorio. Il fondo terrà conto anche della ”diversita’ della spesa in relazione all’ampiezza demografica, alle caratteristiche territoriali, con particolare riferimento alla presenza di zone montane, alle caratteristiche demografiche, sociali e produttive dei diversi enti”.
”Per le spese relative all’esercizio delle funzioni diverse da quelle fondamentali – si legge ancora nel testo – il fondo perequativo per i Comuni e quello per le Province sono diretti a ridurre le differenze tra le capacità fiscali, tenendo conto, per gli enti con popolazione al di sotto di una soglia da definire con un decreto, del fattore della dimensione demografica in relazione inversa alla dimensione demografica stessa e della loro partecipazione a forme associative”.
I fondi ricevuti dalle Regioni a titolo di fondo perequativo sono trasferiti dalla regione agli enti di competenza ”entro venti giorni dal loro ricevimento”. La eventuale ridefinizione della spesa standardizzata e delle entrate standardizzate non può comportare ritardi nell’assegnazione delle risorse perequati agli enti locali, pena il commissariamento della Regione. Le modalità applicative della nuova misura sono definite con un decreto del presidente del Consiglio su proposta del Tesoro.