Federalismo: le Regioni del Sud tirano il freno, altre modifiche possibili

Per ora c’è solo un maxidecreto fiscale ma il federalismo spacca l’Italia. Da un lato c’è il nord, e soprattutto la Lega, che per la riforma ad ogni costo spinge il piede sull’acceleratore. Dall’altro c’è il Sud, in larga parte perplesso, di fronte ad una riforma ancora difficile da comprendere nella sua interezza. Il giorno dopo l’approvazione del maxidecreto sul fisco di Regioni e Province e sui costi standard sanitari, arrivano da più parti le rassicurazioni per i governatori: i presidenti (soprattutto quelli delle Regioni del Sud) temono che il federalismo possa essere troppo “pesante” per i propri territori, già provati, in alcuni casi, da pesanti deficit sanitari.

Il presidente della Bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale, Enrico La Loggia (Pdl), ha spiegato: ”Lo schema di maxidecreto sul federalismo approvato ieri dal Consiglio dei ministri avrà tutto il tempo per essere esaminato approfonditamente, ed eventualmente migliorato, sia in sede di Conferenza Stato-Regioni che nella Commissione che ho l’onore di presiedere”.

Anche Gianfranco Fini ha fatto intuire che modifiche sono possibili. Il presidente della Camera ha sottolineato come il percorso del decreto attuativo è appena iniziato, prima di tornare a parlare di Sud: ”Il federalismo fiscale è una grande e storica opportunità, in particolare per il Mezzogiorno. Certo è che deve essere congegnato in modo tale che anche al Sud sarà possibile vincere la sfida, quindi non ci dovranno essere meccanismi tali da determinare un allontanamento della coesione nazionale”.

E che sia aria di cambiamenti Fini lo ha fatto ampiamente capire incontrando oggi il governatore siciliano Raffaele Lombardo. Sul colloquio tra i due è trapelato poco o niente ma l’unica battuta di Lombardo fa capire quale sia il problema: Con il presidente della Camera abbiamo discusso del decreto attuativo del federalismo fiscale su cui nutriamo preoccupazioni e sulla riforma della scuola che provochera’ disagi enormi nella nostra Regione”.

Anche il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha negato possibili conflitti tra Nord e Sud: ”Il federalismo non è Nord contro Sud . E’ una visione completamente diversa della società. Il corso del federalismo poggia su due elementi: responsabilizzazione dei pubblici amministratori e miglioramento della spesa. L’obiettivo è inserire meccanismi virtuosi”.

Il ministro per la Semplificazione Legislativa, Roberto Calderoli, ha attaccato: ”Nessuno ha ancora visto il testo definitivo del decretone eppure si è scatenata una gara a chi la spara più grossa sul contenuto. Quanti pagliacci ci sono in circolazione! Qualcunoè arrivato a sostenere che con questa riforma potrà esserci un aumento delle tasse, quando invece è l’esatto contrario”.

Ma per il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, questo è solo ”il federalismo delle chiacchiere. Fino a quando non abbiamo i dati sui servizi essenziali da garantire con la fiscalità si fanno solo delle chiacchiere. Noi presentiamo la nostra proposta di federalismo fiscale, di riforma fiscale assieme a quella sull’immigrazione, sulla scuola e sull’agricoltura”.

Intanto, i presidenti delle Regioni non rimarranno con le mani in mano: Vasco Errani, presidente dei governatori, ha convocato per giovedì 14 ottobre una seduta straordinaria della Conferenza per tornare a discutere del maxidecreto e per approfondire la parte relativa ai fabbisogni e ai costi standard sanitari.

Già martedì 12 si riuniranno le commissioni Sanità e Bilancio della Conferenza, in seduta congiunta, per fornire ai presidenti un esame di questa parte del decreto e possibili formulazioni per migliorarlo; i governatori dovranno trovare la sintesi politica anche tra loro, per poi presentare unitariamente le loro proposte al governo. Il maxidecreto e quello sul federalismo municipale, dovrebbero quindi approdare all’esame delle Conferenze Stato-Regioni e Unificata nella seduta del 28 ottobre.

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Alberto Francavilla