La Banca centrale europea sembra euforica. Il «punto di svolta della recessione è vicino – dice – e le Borse europee festeggiano con un nuovo rialzo che le riporta ai massimi da novembre 2008».
Il Dj Stoxx 600, l’indice che segue l’andamento di tutti i più importanti titoli del Vecchio Continente, è salito dello 0,8% a 230.48 punti, a un soffio dal precedente picco segnato alcuni giorni fa. Nuovi massimi anche per Londra e Parigi, due tra le Piazze più importanti del Vecchio Continente, e anche Milano si trova sul gradino più alto da inizio anno.
Hanno aiutato i listini le buone notizie uscite dalla Fed, la banca centrale Usa, e dalla Bce. L’Eurotower ha parlato addirittura di un «punto di svolta» per l’economia mondiale. La recessione sembra dunque vicina alla fine.
Anche i dati dell’Eurostat hanno dato conferma dell’andamento positivo. Nel secondo trimestre il calo del Pil nell’Unione Europea ha subito una frenata (-0,3%) ma soprattutto in cinque Paesi, tra cui Francia e Germania, le due principali economie del vecchio Continente, il prodotto interno lordo è tornato a crescere.
Ma i rialzi per le Borse non sono certo una novità di oggi. Sono cinque mesi che i listini stanno crescendo trainati dalla stabilizzazione del sistema bancario, dalla politica di tassi prossimi allo zero adottata dalle banche centrali e dal dispiegarsi dell’efficacia delle misure a sostegno dell’economia.
Dallo scorso 9 marzo, giorno in cui le Borse hanno toccato il minimo dallo scoppio della crisi finanziaria, i listini hanno così recuperato il 46% del loro valore. E se è vero che i mercati azionari ‘vedono lungo’, anticipando di 6-9 mesi i movimenti del ciclo economico, allora la svolta potrebbe essere davvero vicina.
I titoli di auto (+2,33% l’indice Dj Stoxx di settore), banche (+2,21%) e materie prime (+2,81%) sono stati oggi i migliori in Europa. Proprio quei settori sommersi da ribassi a due cifre nel pieno della crisi e che dai minimi di marzo, sulle attese della ripresa, hanno guadagnato il 70%, il 147% e l’84%.
Resta però aperto il nodo-disoccupazione: la Bce si attende un 9,7% quest’anno e un 10,9% nel 2010.
