La strada verso l’accordo per Mirafiori non è ancora tracciata. Non c’é una data di riapertura del confronto tra Fiat e sindacati e, all’interno di Confindustria, c’é il timore che accogliere alcune delle richieste del Lingotto possa fare esplodere il conflitto sociale. Restano comunque ottimisti il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi e il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, fiduciosi in un’intesa prima di Natale. La settimana, però, si chiuderà fra le proteste.
La Fiom ha organizzato, per sabato, un presidio davanti alla porta 5 di Mirafiori, parole d’ordine ‘Lavoro e liberta”, e qualcuno ipotizza, sempre nella stessa mattinata, una mobilitazione degli impiegati e dei capi, davanti al Lingotto: una sorta di nuova marcia dei quarantamila a sostegno della Fiat. Ufficialmente tutti smentiscono, a partire dall’associazione dei quadri e capi di Mirafiori, ma alcuni lavoratori raccontano di un foglio che girava nelle officine per raccogliere le firme dei possibili partecipanti “con l’ordine di portare anche i familiari”. “La manifestazione dei capi sarebbe una farsa che richiama a una tragedia per gli operai”, commenta Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom che giudica “imbarazzante il silenzio della famiglia Agnelli, perché Marchionne è un dipendente americano, ma pur sempre un dipendente”. La Fiom chiede la riapertura del confronto “con una trattativa vera” ma ribadisce il suo no “a negoziare i diritti”.
Contrario a proteste “che rischiano di complicare il riavvio della trattativa” Antonio D’Anolfo, segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici. Il sindacato autonomo Fismic riunirà domani il suo direttivo a Torino. I tempi sono ormai molto stretti e l’agenda è già fitta di appuntamenti. Primo fra tutti l’incontro di lunedì, 20 dicembre, tra Federmeccanica, Fim, Uilm, Fismic e Ugl per iniziare il confronto sul contratto per l’auto. Il giorno successivo, martedì, è invece fissata la riunione sul futuro dello stabilimento di Termini Imerese al Ministero dello Sviluppo Economico, dove è terminata l’analisi dei progetti presentati dalle sette aziende interessate alla riconversione del sito. In teoria, entrambi gli appuntamenti, in particolare il secondo, potrebbero essere utili per riprendere il confronto su Mirafiori e chiuderlo nei due-tre giorni successivi.
“Stiamo lavorando perché la prossima settimana si faccia l’accordo – afferma Angeletti – che è importante per salvaguardare il futuro dello stabilimento di Mirafiori e l’occupazione”. Per lo Slai Cobas i progetti presentati per Pomigliano e Mirafiori sono “inverosimili” perché in realtà “la Fiat punta al trasferimento della casa madre in Usa, anche della progettazione”.