Accordo separato per il futuro della Fiat di Pomigliano: la proposta dell’azienda ai sindacati è stata accettata da Fim-Cisl, Uilm, Ugl e Fismic, mentre Fiom e Ugl l’hanno respinta. I sindacati che hanno aderito sottoporranno il testo dell’intesa al referendum dei lavoratori prima della firma definitiva.
Erano in corso da settimane, ormai, le trattative tra l’azienda e i sindacati per portare a Pomigliano la produzione industriale della Panda, un affare da oltre 700 milioni di euro che consentirebbe di mantenere la produzione in Italia e di non spostarla in Polonia, ma anche di salvare migliaia di posti di lavoro.
Sacconi: “Fiom isolata, dagli altri sindacati una speranza”. Sull’accordo, è giunto anche il commento del ministro del lavoro Maurizio Sacconi. “La firma di Fim, Uilm, Fismic e Ugl dell’accordo con Fiat per accompagnare gli investimenti a Pomigliano con una maggiore produttività incoraggia a ritenere che la grande maggioranza delle organizzazioni sindacali dei lavoratori sono in grado di sostenere la crescita e l’occupazione negoziando decisioni responsabili”, dice, “rimane la speranza che la Fiom rifletta sul proprio autoisolamento e concorra a dare a Pomigliano l’unica prospettiva possibile”.
Fiom: “E’ un ricatto per Fiom e lavoratori”. “Siamo di fronte a un ricatto nei confronti della Fiom e dei lavoratori” è stato il commento a caldo segretario generale della Fiom Maurizio Landini al sì di Fim, Uilm, Fismic e Ugl sul documento per il rilancio di Pomigliano presentato dalla Fiat. Secondo la Fiom, non c’é alcun accordo separato: “C’é l’adesione di alcune organizzazioni a un testo presentato dalla Fiat su cui loro stessi ancora oggi hanno sollevato delle critiche”. Landini ha quindi annunciato che la Fiom prenderà una decisione sull’esito di questa trattativa al Comitato centrale dell’organizzazione che si terrà lunedì.
Fiat: “Della Fiom la responsabilità dei mancati investimenti”. Dura la posizione del Lingotto, secondo cui in caso di mancato accordo “la responsabilità dei mancati investimenti a Pomigliano ricadrebbe tutta sulla Fiom”. L’azienda poi avrebbe espresso “apprezzamento” sulle adesioni ricevute alla sua proposta di accordo anche se si riserverà di decidere sull’applicabilità del documento in base ai risultati del referendum dei lavoratori.
Fiat si riserverebbe inoltre una “decisione sugli investimenti se non c’é la firma di tutti”, secondo quanto dichiarato da Landini. Il segretario generale della Fiom è contrario anche all’idea di chi ha aderito di sottoporre la proposta Fiat a un referendum e dice: “Vogliono far votare ai lavoratori non un accordo sindacale ma una proposta aziendale che deroga sul contratto e sulle leggi dello Stato”.
Marchionne: “Senza accordo si chiude”. L’appello di Bonanni. Solo poche ore fa Marchionne aveva dichiarato che “In assenza di un accordo con i sindacati lo stabilimento di Pomigliano e del gruppo Fiat è destinato a chiudere”. Nelle drammatiche ore di trattiva il segreatario della Cisl Raffaele Bonanni aveva fatto appello proprio al segretario della Cgil Epifani affincheè facesse il “possibile per evitare il disastro”. “La Cisl è pronta e speriamo che anche altri lo siano, aveva detto Bonanni, la Cgil che chiede a tutti di fare qualcosa per il Paese faccia qualcosa insieme a noi per il Paese”, per l’economia e per l’occupazione. “Non voglio neanche immaginare cosa significhi il non investimento della Fiat”, se il Lingotto ritirasse la sua proposta a fronte di un mancato accordo sindacale: “L’assetto industriale del centro-sud risulterebbe sconvolto”.
Accordo separato. Solo alcune sigle, però hanno accettato al momento le condizioni della Fiat: tra queste ci sarebbero orari di lavoro che coprono le 24 ore, con i dovuti turni, sanzioni ai lavoratori e al sindacato in caso d’inosservanza dell’accordo, ma anche il non pagamento dell’integrazione Inps quando si registra un assenteismo anomalo.
Le richieste del Lingotto. Il Lingotto punta a una nuova organizzazione su 18 turni settimanali per 6 giorni. La proposta per Pomigliano relativa a orari e organizzazione del lavoro – oltre ai 18 turni – prevede ulteriori 80 ore annuali di straordinario, lo spostamento della pausa mensa a fine turno, la riduzione delle pause dagli attuali 40 a 30 minuti, oltre a contrastare le forme “anomale” di assenteismo. Previste, inoltre, nello schema consegnato ai sindacati, clausole per il rispetto degli impegni presi (con relative sanzioni per l’organizzazione sindacale, l’Rsu o il lavoratore) e clausole integrative del contratto individuale di lavoro con l’indicazione, nei casi di violazione, di provvedimenti disciplinari e anche di licenziamenti per mancanze.
ùL’azienda automobilistica – questo il nodo centrale della trattativa – chiede inoltre che gli accordi vengano garantiti in prima persona dai sindacati stessi. Una condizione – è la replica delle associazioni dei lavoratori che ancora dicono no- che è fuori dal Contratto Nazionale di Lavoro perchè ai sindacati viene chiesto per la prima volta non soltanto di portare avanti la trattativa ma anche di cogestire la produzione, evitando ad esempio, il verificarsi di disordini o scioperi.