Fiat-Chrysler: operai Usa dicono sì al nuovo contratto

Fiat-Chrysler: operai Usa dicono sì al nuovo contratto

ROMA – Insieme a Ferrari a Wall Street, festeggia anche Fca a Piazza Affari, salendo dell’1,34% grazie anche al via libera delle tute blu americane al nuovo contratto di lavoro. Il 77% dei lavoratori Fca iscritti al Uaw ha infatti detto sì al nuovo contratto quadriennale, dopo la bocciatura del precedente accordo con il 65% dei no.

L’intesa rappresenta un “investimento nella nostra forza di lavoro americana e riconosce il contributo dei lavoratori alla crescita della società negli ultimi sei anni”, afferma Fca. Plaude al via libera anche il United Auto Workers (Uaw), indebolito dal no delle scorse settimane, salutato come un vero schiaffo al presidente Dennis Williams.

“I membri del Uaw di Fca hanno ottenuto un accordo forte che offre sostanziali guadagni in termini di salari e sicurezza del lavoro”, mette in evidenza il sindacato. “Grazie alla forza e all’appoggio dei nostri membri – aggiunge il Uaw -, siamo stati in grado di trattare per un contratto che promette un futuro sicuro per i nostri membri, le loro famiglie e le comunità”. Il nuovo contratto va incontro alle rivendicazioni degli iscritti al sindacato, ansiosi di superare nel modo più rapido il doppio standard retributivo, tra assunti pre sbarco di Sergio Marchionne  a Detroit e i nuovi assunti. Giuseppe Bottero su La Stampa quantifica la loro vittoria.

Il nuovo contratto, che valorizza il contributo dei lavoratori al successo del gruppo, riduce il «gap» tra le retribuzioni dei dipendenti senior e quelli di secondo livello, entrati in azienda dopo la crisi del 2008. I nuovi addetti Fca, per cui è previsto un bonus, vedranno salire la loro paga oraria a quota 29 dollari otto anni dopo l’assunzione. Un meccanismo che vale anche per chi è già nel gruppo. Ad esempio, chi è stato assunto tra il 2010 e il 2011 – quando Chrysler fece una massiccia campagna di assunzioni – salirà al primo livello fra tre anni. (Giuseppe Bottero, La Stampa).

Published by
Warsamé Dini Casali