«La Fiat è una multinazionale e i sindacati devono rendersi conto dell’equilibrio necessario fra domanda e offerta. Nessuno può ignorare la realtà». Lo ha detto l’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne, alla vigilia dello sciopero di Termini Imerese per la prevista chiusura dell’impianto. «Siamo disposti al confronto – ha aggiunto – ma non si può ignorare la realtà».
Dal salone dell’auto di Detroit, l’amministratore delegato di Fiat conferma l’intenzione di chiudere lo stabilimento siciliano nel 2012. «Siamo disposti a lavorare con tutti, ma al momento non c’è nessuna offerta – ha precisato – solo speculazioni via giornali».
Marchionne ha poi respinto ancora una volta le indiscrezioni sulla possibile cessione o chiusura di Alfa, per la quale è in corso una «profonda revisione. “Alfa non è in vendita. Ha una grande storia – ha aggiunto – ma la storia non implica la sopravvivenza: dobbiamo vendere vetture, non parlare di storia. Dobbiamo essere realisti su quello che può fare. L’ultima cosa che voglio fare è il macellaio del marchio».
L’ ad di Fiat ha anche aperto al dialogo con le parti sociali per quanto riguarda Pomigliano. «Abbiamo preso l’impegno di portare la Panda da Tichy, in Polonia, a Pomigliano, se ci saranno le condizioni per ottenere la flessibilità – ha detto ai giornalisti – Si tratta di un grande impegno che razionalmente, dal punto di vista economico, non farebbe nessuno. Se ci sono le condizioni, sono più che disposto a lavorare con le parti sociali per portare avanti il discorso. La piattaforma è pronta, la macchina è pronta».
Scioperi spontanei intanto sono in corso nello stabilimento Fiat a Termini Imerese. Gli operai rispondono in questo modo alle parole dell’ad Sergio Marchionne, che da Detroit ha ribadito la decisione di chiudere la fabbrica siciliana nel 2012. Nel reparto montaggio la prima squadra di operai ha incrociato le braccia dalle 7.30 alle 8.30, la seconda squadra si è fermata alle 9.30, sempre per un’ora. Secondo la Fiom, che sta gestendo gli scioperi, la protesta si sta estendendo anche ad altri reparti. Per domani è in programma lo sciopero di 8 ore proclamato da Fim, Fiom e Uilm, con manifestazione a Palermo, davanti alla sede del Parlamento siciliano.