Accettare il piano, perché in caso contrario è già pronta l’alternativa. E non è affatto bella. Suona quasi come un diktat l’invito di Sergio Marchionne ai sindacati, che ascoltano in una saletta appartata del Lingotto di Torino la presentazione agli analisti finanziari del piano strategico 2010-2014.
E in serata lo incontrano per un faccia a faccia di circa un’ora, al termine del quale sembrano disposti ad accogliere le novità, pur con qualche riserva della Fiom. “Per il successo del piano – dice Marchionne – sono indispensabili alcuni elementi, inclusa la flessibilità nella gestione degli impianti e del lavoro. Dobbiamo essere in grado di rispondere con rapidità ai cambiamenti della domanda di mercato per non perdere opportunità preziose”.
E per questo chiede ai sindacati di rinegoziare, a livello nazionale e locale “accordi che non sono più adeguati”. “Questa – aggiunge – è una di quelle occasioni che capitano una sola volta nella vita”. “Il piano Fiat può aprire una nuova stagione nelle relazioni industriali del nostro Paese”, commenta il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che apprezza soprattutto l’impegno dell’azienda sull’occupazione e si augura che “il progetto di sviluppo del Lingotto possa diventare un esempio per tutte le realtà industriali italiani”.
“E’ una operazione industrile importante – gli fa eco il segretario generale della Fim, Giuseppe Farina – che cambia la strategia della Fiat”, mentre per Bruno Vitali, segretario nazionale della Fim Cisl, “serve un nuovo sindacato, in grado di cogliere le sfide del futuro”. Bene anche per Rocco Palombella, segretario generale Uilm, che plaude soprattutto “l’intenzione di aumentare la produzione”. “Faremo la nostra parte, ma ci preoccupa lo spin off del settore auto”, aggiunge facendo poi un accenno a Termini Imerese, lo stabilimento per il quale “sembra impossibile non prevedere una soluzione”.
Di “piano coraggioso” parla anche la Fismic, mentre l’Ugl dice di essere “disposta ad accogliere la sfida”, come il segretario della Uilm campana, Giovanni Sgambati. Mette invece le mani avanti Enzo Masini, responsabile auto della Fiom: “Questo piano è nuovo e finalmente prevede un aumento della capacità produttiva in Italia, ma purtroppo manca un ripensamento su Termini Imerese. Dovremmo affrontare una discussione molto impegnativa, perché per evitare conflitti è indispensabile il consenso dei lavoratori”.