Arriva la fabbrica senza Fiom. E’ questa una delle novità più importanti prevista dall’accordo raggiunto per Mirafiori. Ma è una innovazione che scatta anche per Pomigliano, dove l’arrivo della Newco, cioè della nuova società che nasce fuori dall’accordo di Confindustria, potrebbe escludere la Fiom dalla rappresentanza, perché non firmataria dell’accordo. E’ l’effetto combinato di un doppio meccanismo quello che, in concreto, mette fuori dalle due fabbriche Fiat la Fiom.
Le due newco che nascono a Mirafiori con la joint venture con Chrysler e a Pomigliano con la riapertura dello stabilimento saranno fuori dal perimetro di Confindustria, e quindi dagli accordi sottoscritti per i metalmeccanici tra le rappresentanze sindacali e quelle degli industriali.
Inoltre, nel frattempo, lo statuto dei lavoratori è stato modificato e prevede espressamente che hanno diritto a rappresentanze aziendali (rsa) solo i sindacati che hanno sottoscritto i contratti collettivi. Il fatto che le due fabbriche – Pomigliano e Mirafiori – non partecipano ad un accordo interconfederale e che la Fiom non ha aderito all’accordo aziendale lascia quest’ultimo sindacato fuori dai meccanismi di rappresentanza.
”La firma ha un valore – spiega oggi il ministro del Welfare Maurizio Sacconi – Fermi restando i diritti di libera associazione sindacale garantiti dallo Statuto dei lavoratori, che la stessa ipotesi di Statuto dei lavori conferma, per la prima volta firmatari e non firmatari di un contratto non saranno sullo stesso piano”. Di fatto, però, l’accordo di Mirafiori scatterà dal 2012, mentre da subito – già da gennaio – partiranno le riassunzioni da parte della newco di Pomigliano, dove il meccanismo è analogo.
Protesta la Fiom. ”Siamo di fronte ad un accordo indifendibile e vergognoso – dice il segretario Fiom, Maurizio Landini – Per la prima volta si cancella di fatto l’esistenza del contratto nazionale e si ledono i diritti dei lavoratori, impendendo ad un’organizzazione, tra l’altro la più rappresentativa del comparto e non solo della Fiat, di avere uomini e rappresentanze”. Secondo Landini ci si trova davanti ad ”una controparte che vuole solo un sindacato corporativo e aziendalista, superando l’idea del sindacato confederale. Cosi’ facendo, si lede la liberta’ di ogni singolo lavoratore di aderire all’organizzazione sindacale che meglio lo può rappresentare”.
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