ROMA – Moody’s ha abbassato il rating della Fiat: l’outlook passa da Ba2 da Ba1. L’outlook indica le prospettive, e in questo caso, la valutazione è negativa. La Fiat, impegnata nella vertenza con i sindacati Uaw a Detroit, è penalizzata dal clima generale di incertezza dei mercati e della crisi in particolare delle vendite di automobili. Agli inizi di settembre Moody’s ha pubblicato il report “L’economia globale più debole frena la crescita dei costruttori di auto”.
L’agenzia stima che i crescenti costi delle materie prime si prenderanno l’1-1,5% dei margini di profitto dei costruttori rispetto al 2010 se non saranno prese misure per tagliare altri costi. Anche il rialzo dei prezzi del petrolio, adesso stabilizzatisi intorno a 95-100 dollari al barile, potrebbe avere un impatto negativo sul mix dei modelli con gli acquirenti che puntano a vetture piu’ piccole e con minori consumi, aggiunge Moody’s.
L’esito della revisione avviata lo scorso 26 aprile a seguito dell’aumento della quota del Lingotto in Chrysler, il cui rating è B2 con prospettive positive, è stato questo. Dopo aver sottolineato che il sempre più stretto legame industriale e inevitabilmente anche finanziario con la casa di Detroit è alla base della decisione di declassare il rating di Fiat, l’agenzia in una nota spiega che il giudizio Ba2 riflette anche ”il rischio del business di Fiat, concentrato su un settore altamente ciclico come quello automobilistico” e ”il tasso di rinnovo dei modelli relativamente basso rispetto ai concorrenti diretti. Questo riduce la sua posizione competitiva”.
Inoltre il nuovo rating ”prende in considerazione un sostanziale aumento della spesa per investimenti (capex) quest’anno e oltre”. Il gruppo guidato da Sergio Marchionne sarà poi più vulnerabile di fronte ”a una pressione competitiva crescente derivante da una domanda più debole, a un pressione sui prezzi in aumento e di una sovracapacità produttiva in crescita in Brasile, il suo mercato più redditizio”. Per quanto riguarda le prospettive di rating negative, sono legate ai rischi dell’ integrazione organizzativa e operativa con Chrysler, ma se questa andrà a buon fine l’outlook potrà stabilizzarsi. Lo stesso accadrà se Chrysler riuscirà a migliorare il suo rating.
