La casa automobilistica dice che non c’è nulla da fare: questione di matematica e con la matematica non si discute. Secondo la Fiat gli ordini di auto nuove si sono drasticamente fermati a gennaio, più di quanto non fossero fermi a gennaio 2009, “quando la crisi era già grave”. Quindi l’azienda “prevede che questo andamento negativo continui” e vuole “adeguare la produzione” ai livelli della domanda.
Trentamila dipendenti fermi per due settimane uniti a questa analisi ufficiale del mercato da parte della Fiat sono però più di una difficoltà momentanea. Non sono solo quote di salario che vanno via, è una sicurezza di posto di lavoro che si consuma, erode e sfarina. Fino a ieri c’era l’impegno della Fiat ad aumentare la produzione di auto in Italia anche se accompagnata dalla decisione di rinunciare allo stabilimento di Termini Imerese perchè lì produrre e poi avviare al mercato ogni auto costa mille euro in più di quanto si guadagni. Ora c’è scritto, nero su bianco, che la Fiat prevede per il 2010 un mercato italiano saturo. E’ una cassa integrazione d’inverno che fa sinistramente rima con disoccupazione in autunno.