Fiat: dalle agenzie di rating sufficienza risicata al piano Marchionne

Sergio Marchionne, Luca Cordero di Montezemolo e John Elkann

Le agenzie di rating danno i voti al piano Fiat. Nelle ultime ventiquattro ore le tre principali case internazionali che valutano il merito di credito, ovvero Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s, hanno espresso i loro giudizi sul piano industriale al 2014 presentato al mercato dal numero uno, Sergio Marchionne, mercoledì scorso. E se Fitch (‘BB+’) ieri e Moody’s (‘Ba1’) oggi hanno confermato i rispettivi rating sul Lingotto, lasciando però invariate le prospettive (outlook) a negative, allora Standard & Poor’s si è mossa in anticipo, mettendo il rating Fiat sul lungo periodo (‘BB+’) sotto osservazione (creditwatch) con implicazioni negative, anticipando di fatto un possibile taglio.

La decisione di S&P’s è legata al fatto che «la qualità del credito di Fiat potrebbe essere deteriorata a seguito all’aumento del rischio del business come conseguenza dello spin-off di Case New Holland, Iveco e di parte di Fiat Powertrain». In definitiva, gli esperti di Standard & Poors’ ritengono «improbabile che il profilo finanziario di Fiat sarà significativamente più solido dell’attuale» in seguito al piano.

Attendista invece Moody’s, che «valuterà il potenziale impatto su Fiat e sulle entità collegate» soltanto dopo aver visto «la nuova e definitiva struttura finanziaria» del gruppo. Il piano, secondo l’agenzia, potrebbe infatti modificare il profilo delle attività e passività di Fiat, Cnh, la posizione della liquidità e quindi avere un impatto sia sulla qualità del credito che sul rating.

All’indomani del piano, infine, era stata invece Fitch a commentare il progetto lanciato dal gruppo di Mirafiori. «Lo spin-off di Fiat industrial potrebbe essere moderatamente negativo per il profilo di credito di Fiat». Fitch si aspetta infatti che «i margini di profitto del gruppo saranno più bassi senza Cnh e Iveco, e la diversificazione verrà ridotta». Intanto in Borsa il titolo del Lingotto ha archiviato la settimana sopra la soglia psicologica dei 10 euro, che non si vedevano da inizio anno (21 gennaio per l’esattezza). Al termine della seduta le azioni hanno guadagnato il 2,72% consolidandosi a quota 10,58 euro.

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