Fiat, ministro Romani: “Progetto di Rossignolo su Termini è ragionevole soluzione”

Paolo Romani

Al momento ”non ci sono le condizioni” per aprire un nuovo tavolo a Palazzo Chigi – come richiesto dalla Cgil – con il governo, la cui volonta’ e’ comunque quella di ”facilitare” il percorso verso l’investimento della Fiat da 20 miliardi di euro e di ”creare tutte le condizioni favorevoli e positive perche’ questo avvenga”. E’ questa la linea indicata dal ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, al termine dell’incontro al ministero di Via Veneto con i sindacati, a cui chiede ”di avere un atteggiamento propositivo.

Ognuno ha le proprie responsabilita’, noi ci assumiamo le nostre, i sindacati le loro, la Fiat le sue. Parliamo di un enorme investimento industriale”, ha detto, che il Paese deve saper cogliere. Intanto Romani pone – e ne parla anche alle organizzazioni sindacali – delle prospettive che sembrano farsi piu’ concrete per la riconversione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, destinato alla chiusura dalla fine del 2011, indicando come ”una ragionevole soluzione” il piano industriale presentato dall’imprenditore Gian Mario Rossignolo.

Il campo resta quello dell’auto: il ministro non si e’ sbilanciato sui dettagli della proposta in ballo, limitandosi a parlare di un ”brand prestigioso”, ma ha garantito che lo stesso imprenditore e’ ”entusiasta” e che ”ha detto avrebbe impegnato tutto il personale”; dunque senza esuberi. Sul fronte sindacale, invece, la Cgil ha ribadito la propria posizione rispetto alla necessita’ di aprire un tavolo a Palazzo Chigi: ”Abbiamo detto al ministro che e’ nella responsabilita’ del governo sapere cosa intende fare la piu’ grande azienda automobilistica del Paese. Abbiamo capito che il ministro non intende assumersi questa responsabilita”’, ha detto il segretario generale Susanna Camusso.

Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha parlato di una cabina di regia nazionale, a livello governativo, ”per una verifica sito per sito” del progetto Fiat in Italia e ha chiesto all’ad del Lingotto, Sergio Marchionne, di ”allestire entro 10 giorni” un tavolo a partire da Mirafiori. ”Vogliamo sapere a quali condizioni fa l’investimento e cosa chiede a noi”, ha aggiunto.

Ha invece bocciato l’idea di un tavolo con il governo il numero uno della Uil, Luigi Angeletti: ”Si tratterebbe solo di allestire un teatrino e perdere tempo. Noi non vogliamo perdere tempo, ne’ vogliamo alibi”, ha affermato, sollecitando invece l’apertura del confronto a Mirafiori. Anche l’Ugl ha chiesto di ”tornare alla presidenza del Consiglio dei ministri. Laddove non ci fosse, faremo le nostre azioni”, ha detto il segretario generale Giovanni Centrella, che non ha quindi escluso la possibilita’ di uno sciopero se non parte entro fine anno il progetto Fabbrica Italia.

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