La decisione di attuare la cassa integrazione da parte della Fiat «non è opportuna e in questo momento rende più difficile questa vertenza». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola parlando a SkyTg24.
Scajola ha ricordato che pur avendo contatti continui con la Fiat «non sapevamo che avesse deciso» la Cig. Scajola, in vista del tavolo aperto su Termini Imerese, ha comunque espresso l’augurio «che si possa rannodare il filo».
Scajola ha parlato della Cig come di «effetto boomerang degli incentivi», ricordando che con la rottamazione così «il mercato è in qualche modo drogato, in modo specifico nell’anno scorso negli ultimi mesi».
Così, il ministro ha spiegato che «ci aspettavamo che a gennaio la domanda fosse in forte calo». In questo contesto il ministro non si è nascosto che «la cassa integrazione serve proprio ad adeguare la produzione alla domanda, per mantenere i posti di lavoro e far tornare i conti».
Scajola ha quindi ribadito quanto affermato anche recentemente. «Noi stiamo valutando di ripetere gli incentivi non soltanto nel settore dell’auto, ma anche per altri settori per rilanciare i consumi – ha detto – Non c’é dubbio che gli incentivi sono un fenomeno che turba l’andamento normale del mercato. Tant’é vero che stiamo pensando di farlo per un periodo limitato con cifre meno consistenti per accompagnarlo fino alla cessazione degli incentivi».
Il ministro ha però spiegato che questo intervento non riguarda una sola società. «Gli incentivi non sono un problema solo Fiat ma riguardano tutte le case automobilistiche». Sul fronte Fiat il ministro ha quindi risposto ad una domanda sulla vertenza che riguarda Termini Imerese.
Ricordando che «proprio in questi giorni stiamo affrontando la delicata vicenda di Termini Imerese e il piano complessivo della Fiat in Italia. Ecco – ha aggiunto – questa rapidità di decisione della Fiat di annunciare già da oggi e di avviare a fine mese la cassa integrazione per tutti gli stabilimenti mi pare una decisione non opportuna. Con la Fiat i nostri contatti sono continui, ma non sapevamo che avesse deciso l’annuncio di ieri».
«Questo – ha concluso il ministro – rende tutto più difficile. Mi auguro che si possa riannodare il filo. Ma sicuramente questa decisione non opportuna in questo momento rende più difficile la vertenza».
Parole dure che arrivano il giorno dopo l’annuncio dello stop del lavoro in Fiat dal 22 febbraio al 5 marzo. Tutti gli stabilimenti italiani di Fiat Auto si fermano per due settimane e 30.000 lavoratori andranno in cassa integrazione.
Ad intervenire, però, è anche il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che parla della decisione di mettere in cassa integrazione 300 mila lavoratori come «un modo singolare di procedere. Qualcuno lo chiamerebbe un ricatto. Ci siamo visti prima di Natale – ha detto Bonanni – e abbiamo un incontro il 29. Tra un incontro e l’altro ci fa trovare 30 mila cassa integrati. E’ un modo singolare, lo ripetiamo, qualcuno lo chiamerebbe un ricatto».
In una mattinata pesante per tutto il listino il titolo del Lingotto è il peggiore del paniere principale e lascia sul terreno il 3,01% a 9,17 euro.
Nuove proteste. Nuove proteste da parte dei 38 operai della Fiat auto di Pomigliano d’Arco, il cui contratto, scaduto a fine anno, non è stato rinnovato. I lavoratori precari hanno bloccando per diverse ore alcune strade cittadine impedendo la circolazione.
I manifestanti hanno lasciato la stanza del sindaco, occupata martedì dopo essere saliti sul tetto del municipio, ed aver sfilato in corteo per le strade cittadine.
Gli operai, dopo aver sfilato per via Vittorio Emanuele, viale Alfa, piazza Primavera ed altre strade del centro partenopeo, creando disagi alla circolazione, sono tornati nella stanza del sindaco in Municipio.
I lavoratori sono in attesa di risposte dalla prefettura per l’incontro con la Fiat chiesto ieri dal sindaco Antonio Della Ratta. Sul posto la polizia del commissariato di Acerra.
Ferma anchei la produzione delle automobili allo stabilimento Fiat a Termini Imerese. “Lo ha deciso l’azienda in modo unilaterale senza alcuna comunicazione preventiva al sindacato”, dice Roberto Mastrosimone, della Fiom Cgil. La sospensione delle consegne, ha detto il Lingotto in una nota, rimarrà “sino a quando verrà ripristinato il flusso delle merci”.