TORINO – L’amministratore delegato Sergio Marchionne se la prende anche con Cesare Romiti. “Ha lasciato la Fiat in rovina e ora va a braccetto con la Fiom”, ha detto Marchionne all’incontro con il governo. Poco prima l’attacco era stato rivolto (di nuovo) al patron di Tod’s Diego Della Valle, liquidato come un semplice produttore di “scarpe e borse”.
Marchionne è tornato ad attaccare la Consob, con le sue 19 lettere su Fabbrica Italia, la Fiom, il “declino del Paese” con le sue 70 cause alla Fiat “che non porteranno da nessuna parte”, i “populisti Susanna Camusso e Maurizio Landini., i consumatori che “non capiscono le nostre auto”.
L’unica cosa che l’amministratore delegato ha chiesto davvero è stata una: “È necessario che la Commissione europea garantisca condizioni di equità per tutti i costruttori, respingendo quei tentativi (specialmente da parte tedesca) di creare condizioni più favorevoli alla propria industria, a scapito degli altri”.
All’Unione europea Marchionne ha chiesto di fare attenzione a firmare “nuovi accordi di libero scambio, stringendoli solo con Paesi di reale interesse per l’industria, in modo da tutelare e proteggere questo settore, senza svenderlo ai concorrenti giapponesi o sudcoreani. Noi ci impegniamo a fare la nostra parte, ma da soli non possiamo fare tutto”, ha detto l’a.d. italo-canadese, chiedendo di “pianificare azioni, a livello italiano ed europeo, per recuperare competitività internazionale”.